Se c’è una società in prima categoria che ha fatto registrare un inizio anno davvero turbolento, è l’Arsaghese del presidente Napolitano che in questi mesi ha apportato diversi cambiamenti a livello dirigenziale e che solo la scorsa settimana hanno trovato una forma concreta.
Riassumendo brevemente: per il secondo anno la squadra era stata affidata a mister Pietro Rizzuto, con il ds Brun (nella foto a lato), il dg Scala e l’altro dirigente Colombo a guidarla dai piani alti, il tutto sotto la supervisione del presidente Napolitano. Ad ottobre, per questioni puramente caratteriali, il tecnico ne fa le spese (ma rimane responsabile del settore giovanile) e viene sostituito da Salvatore Lo Piccolo. La squadra non decolla, il malumore è ancora ben radicato nello spogliatoio e si opta per un nuovo cambio datato ufficialmente 6 dicembre quando, in vista della gara con la Rasa, a sedere in panchina è nuovamente mister Rizzuto. brun ds arsaghese
Cosa è successo nel frattempo? E’ successo che il consiglio direttivo, non contento di tutta la situazione che si era venuta a creare, ha preferito “tornare alle origini”, coinvolgendo nuovamente Rizzuto con un ruolo di prim’ordine e scatenando le ire del trio dirigenziale Colombo – Brun – Scala, con quest’ultimo allontanato dalla società. La scelta non è stata digerita dal giovane ds che a sua volta ha rassegnato, non senza rammarico, le sue dimissioni. “Vivo in un mix di rabbia e amarezza perché abbiamo lavorato tanto e bene in questo anno e mezzo, ed ora che tutto finisca così mi spiace davvero – ha affermato l’ormai ex direttore sportivo – credo sinceramente che la società abbia avuto paura di perdere Rizzuto anche per quanto riguarda il settore giovanile (per il quale a mio avviso ha svolto un lavoro eccellente), e così ha deciso di tornare sui suoi passi richiamandolo sulla panchina della prima squadra. Ma io mi chiedo: come si può fare una scelta del genere quando sai che nello spogliatoio c’è del malumore creato proprio da divergenze caratteriali tra tecnico e giocatori? Ed ecco che a catena è arrivato l’allontanamento di Scala e le mie successive dimissioni, perché a quel punto mancavano i presupposti per proseguire il nostro lavoro in serenità”. “Onestamente e con il massimo rispetto – continua Simone togliendosi qualche “sassolino dalla scarpa” credo che il consiglio non si sia ben reso conto di ciò a cui è andato incontro facendo questa scelta, e mi dispiace perché io sono legatissimo a questi colori e perché avevo in mente un progetto ambizioso per tutti, in primis per i ragazzi con cui avevo e continuerò ad avere un rapporto speciale”. Potrà essere esportato altrove questo programma ideato con cura e messo in atto nel 2014? “Non lo so, qualche contatto ce l’ho, vedremo se ci saranno sviluppi. Certo è che vorrei lavorare ancora con Colombo, con il quale mi sono trovato benissimo, e con Scala, che mi ha dato piena fiducia e che mi ha insegnato tantissimo”. Capitolo ringraziamenti: “Devo un grazie enorme come già detto a queste due persone che mi hanno spinto a crescere sotto molteplici punti di vista e che non credo meritino quanto gli è successo, poi voglio ringraziare l’allenatore dei portieri Speroni, ed il massaggiatore Ferrarese o per meglio dire “Biondo”, oltre mister Lo Piccolo per la serietà dimostrata in questo mese e mezzo di lavoro”. Infine conclude. “Auguro all’Arsaghese di finire bene questo campionato, e me lo auguro soprattutto per i ragazzi che ogni domenica danno tutto. Io non mi abbatto, anzi riparto ancora più carico e sono convinto che troverò chi mi darà ancora fiducia, perché, ripeto, ho un progetto e vorrei davvero realizzarlo”.
Ad oggi la situazione vede i biancorossi, guidati da Pietro Rizzuto con Silvio Pegoraro nel ruolo di direttore sportivo, prossimi a sfidare l’Ispra Angera per l’ultimo turno del girone di andata ed una classifica che dice 10° posizione e 18 punti complessivi.

Mariella Lamonica