Divertirsi con la palla, correre, nuotare, prendersi, tirare a canestro, mettersi in gioco. Alzi la mano chi non ha mai provato, anche solo all’oratorio, a scatenarsi in una bella partita con gli amici. Il filosofo illuminista Schiller sosteneva che il gioco fosse istinto di bellezza. Definizione azzeccata ed affascinante. Il gioco è lo specchio dell’anima, è situazione spontanea, non puoi mentire o simulare, appari ciò che sei.
La piccola Matilde zampetta felice stringendo tra le mani la sua palla colorata, la mostra al terribile Ivan che la rimprovera dolcemente “Ehi, Mati, il Mister ha detto di usare solo i piedi, altrimenti arriva il Mago Merluzzo e ci fa il solletico…” Osservate il vostro bimbo quando gioca… E’ felice, immagina, inventa. Nel gioco realtà e fantasia si confondono influenzandosi e diventano, nella fascia di età tra i 3 ed i 5 anni, due realtà senza delimitazioni ben precise. Il gioco è la realtà del bambino che, giocando, conosce il proprio corpo e il suo utilizzo in funzione dello spazio, del tempo, degli altri e delle regole.
Il bimbo di tre anni vuole giocare da solo con i suoi giocattoli, poi, dal quarto anno di vita, non ama la solitudine, si fanno sempre più rari i momenti del gioco isolato, cerca il contatto con il gruppo, con i coetanei, elabora regole. Nel gioco il bimbo non finge, non assume atteggiamenti falsi o viziati, ma si esprime nella sua realtà concreta. A cinque anni si arriva ad un gioco più preciso e codificato, meno irrazionale e più legato alle sequenze di vita vissuta. Il bambino tra i tre e cinque anni, dunque, mentre gioca sviluppa in sé la forma più elementare dell’intelligenza attraverso il movimento. L’esperienza motoria è educazione, se ben guidata è la base dell’apprendimento. Coordinazione, agilità, lateralità, destrezza, proposte ludiche a gruppi. E poi giochi di imitazione, di ruolo, di regole.
Il CONI cambia pelle, ricerca nuovi stimoli, ciò che è, da sempre, la Casa delle Federazioni e degli atleti olimpici, si arricchisce attraverso lo sport educativo, l’attività di base, la grammatica del movimento, mattoni sui quali costruire l’uomo e l’atleta del futuro. Pochi vernissage e molta praticità, garantita da donne e uomini straordinari, dirigenti, allenatori, volontari ad ogni livello, colmi di passione e sentimento per la propria attività sportiva, davvero insostituibili per amore e dedizione.
A tutti voi, alle vostre famiglie, al privilegio di essere “dentro” lo sport, un immenso GRAZIE ed auguri di un Natale di gioco, movimento, educazione! Che lo Sport sia sempre con noi!

MARCO CACCIANIGA
Delegato Provinciale CONI Varese