Claudio Bordin, portiere classe 1995, è alla sua prima stagione da titolare in maglia Varese. In passato aveva già vestito la casacca biancorossa, nella Primavera guidata da Ganz nella stagione 2013-14: «In quell’anno mi sono allenato anche con la prima squadra e sono stato convocato per la trasferta di Trapani come terzo portiere. Sapevo che era impossibile giocare, ma il solo andare in trasferta, vivere il ritiro e andare in panchina con la maglia n. 32 con dietro il mio nome… è un ricordo indelebile».
bordinA inizio stagione si diceva che il Varese era la squadra da battere. Al giro di boa, è stato così?
«Ci siamo dimostrati all’altezza della situazione, abbiamo fatto quello che società e tifosi si aspettavano da noi. Ora vediamo di chiudere al più presto la ‘pratica’ promozione».
Tutto questo è stato possibile perchè la squadra è forte, eppure non è mai facile vincere, in nessuna categoria. Qual è il segreto?
«Sicuramente il fatto che ognuno di noi ha saputo calarsi nella parte, ha aiutato molto. Umiltà, spirito di sacrificio e unione del gruppo sono la chiave delle nostre belle prestazioni e delle vittorie». Hai subito solo 6 reti in tutto il girone d’andata. Soddisfatto?
«Aggiungerei molto soddisfatto, anche se voglio dividere i meriti con tutto il reparto e anche oltre. Davanti a me ho giocatori che con questa categoria centrano poco, ti molto».
Domenica arriva il Verbano, all’andata finì 6-0, ma era un’altra squadra.
«Hai perfettamente ragione, in quella gara a noi girò tutto dritto, a loro tutto storto e i risultati che hanno raccolto dopo testimoniano quello che stiamo dicendo. Anche se ci sono 11 punti che ci dividono, lo consideriamo uno scontro diretto, loro sono i secondi della classe. Vincere vuol dire lanciare un ulteriore segnale forte a tutto l’ambiente e, soprattutto, allungare ancora di più su una delle dirette concorrenti».
C’è un portiere al quale ti ispiri?
«Uno in particolare no, guardo un po’ tutti, cerco di rubare da ognuno qualcosa».
bordin viscomi (2)Hai passato le vacanze di Natale a Praga con la tua fidanzata Camilla: ti sei ricaricato?
«Sicuramente sì, ho passato delle gionate serene senza dover pensare al calcio. Questo anche perchè, nonostamte la lunga sosta da impegni ufficiali, abbiamo fatto un ottimo lavoro prima e dopo le feste. Sono sicuro che domenica ci faremo trovare pronti».
Chi segna dedica il gol, tu dedichi le parate?
«Finora a Camilla non ho dedicato nulla. Diciamo che se mi capiterà di parare un rigore… ci farò un pensierino».
Sogno nel cassetto?
«Tornare tra i professionisti con il Varese. Sogno di poter vestire nuovamente la n. 32 con scritto sulle spalle Bordin».

Michele Marocco