La parola d’ordine è una e una sola: continuità. Un mantra che a Cittadella predicano (e razzolano) da oltre quarant’anni. Da quando cioè (era il 1973) il club granata nasce dalla necessità di fondere le due realtà calcistiche locali: la Cittadellese (di matrice comunista) e l’Olimpia (di ispirazione cattolica). Peppone e Don Camillo nello stesso spogliatoio. Convivenza non facile. Lontano dal cinema e della letteratura.

Da allora le cose hanno però preso la piega giusta. Soprattutto negli ultimi due decenni quando l’arrivo di Ezio Glerean (profeta del calcio libero e del 3-3-4) ha trasformato una realtà (come tante) di provincia, in un modello da seguire. Nove campionati in C1 (o Lega Pro) e altrettanti in Serie B sono la prova provata che il caso nel calcio ha sovranità limitata. Non così programmazione, Roberto Venturato cittadellacompetenza e (appunto) continuità. Tre linee guida coniugate giornalmente nella sede del Citta. A partire dalla panchina che (dal ’96 ad oggi) ha avuto solo 4 inquilini (uno in meno della Pro Patria negli ultimi 12 mesi). Il sopraccitato Glerean, Rolli Maran, Claudio Foscarini (in sella per 10 stagioni) e, dal 10 luglio scorso, Roberto Venturato (in foto a destra). Che del suo predecessore condivide filosofia di gioco, misura nella comunicazione e (curiosamente) anche una vaga somiglianza fisica. Quasi che il dogma della continuità non consenta il ricorso anche alla clonazione.

Il Cittadella prossimo avversario in campionato della formazione biancoblu (sabato ore 15, stadio “Piercesare Tombolato”) è il più autorevole candidato alla promozione diretta in Serie B. A cavallo della sosta natalizia l’undici granata ha però registrato due sconfitte in quattro gare (entrambe casalinghe con FeralpiSalò e SudTirol) che ne hanno impedito la fuga salvo congelarne il primato (+3 su Alessandria e Bassano).
Come giocherà contro la Pro Patria? Probabile 4-3-1-2 con Enrico Alfonso in porta; il rientrante dal turno di squalifica Salvi, la garanzia Filippo Scaglia, De Leidi e l’ex tigrotto Amedeo Benedetti in difesa; Paolucci (al posto dell’infortunato Bobb), il capitano (e varesino) Manuel Iori e Schenetti a centrocampo; la stella mineira Lucas Chiaretti dietro le due punte, il catanese Gianluca Litteri e il prestito dal Chievo Jallow. Dimenticato qualcuno? Beh, in alternativa in attacco, Sgrigna, Coralli e il neo arrivato Bonazzoli. Insomma, mani piene. In tutti i sensi.

All’andata (14 ottobre) finì 3-1 per i veneti con prova clamorosa di Chiaretti e convinzione maturata della necessità di un giro di vite. Di lì ad una settimana (dopo il successivo 0-3 con il Cuneo), sarebbe arrivato Pala. L’ultimo incrocio al “Tombolato” (dove la Pro Patria in sette precedenti ha collezionato due successi, altrettante sconfitte e tre pareggi) è invece datato 21 ottobre 2007: 2-0 locale griffato Carteri e Coralli. A proposito, allora il presidente era Angelo Gabrielli, fondatore del secondo gruppo siderurgico italiano e del Citta stesso. Oggi, invece, è Andrea Gabrielli. Omonimi? No, padre e figlio. Com’era il mantra? Continuità, continuità, continuità. Prima di tutto.

Giovanni Castiglioni