Ultimo tango a Salò? La testa (minuscolo) suggerisce la resa. La Testa (maiuscolo) e il cuore ancora no. Ma Big Ben ha quasi detto stop. Se non lo ha già fatto. Troppo timide e inadeguate le ultime prove, troppo carente l’attacco tigrotto (9 reti in 20 partite sono roba da Grande Depressione), troppo incombente la sentenza sull’inchiesta Dirty Soccer, per mantenersi fiduciosi. A prescindere dall’esito del confronto diretto di sabato con l’AlbinoLeffe. Occorre dirlo chiaramente, evitando la retorica. E non basta certo darsi coraggio ripetendo: “Ci crediamo ancora”. Perché le prestazioni, purtroppo, dicono ben altro. Pessimismo prematuro? Può essere, ma, da sempre, i fatti rappresentano la fotografia fedele. Le parole, al massimo, fanno solo da didascalia.
A margine del 2-0 contro la Feralpi, otto riflessioni in libertà e una nota di colore:
– la faccia di Pala ieri dopo la partita assomigliava a quella del post Renate. A occhio e croce, non è un buon segno.
D’Alessandro e Possenti soffrono i tagli backdoor dietro le spalle (ieri il valtellinese è stato letteralmente affettato da Maracchi). I tempi di uscita degli esterni sono una delle “fisse” del mister. Ma un conto è uscire con la difesa a 4 e un altro è farlo con la linea a 3 (o a 5). In quest’ottica i continui cambi di modulo (probabilmente) non hanno aiutato. Di troppa tattica si muore (o si retrocede).
– l’errore di Pisani (per quanto grave) ci può stare. E non è certo il motivo principale per cui si è perso. Sottolinearlo rischia di riaprire un fronte scivoloso.
Jidayi è stato il Django Unchained del riscatto biancoblu dalla schiavitù della sconfitta. Ora però non basta più. Anzi, magari è il caso di recuperare la sua forza e la sua velocità per puntellare la retroguardia. Davanti alla difesa servono geometria e pensiero. Possibilmente verticali. Degeri non è un metronomo, ma una mano, in questo senso, la può dare.
– la Pro Patria aveva chiuso il 2015 con progressi evidenti, 4 punti nelle ultime 2 gare e 7 nelle ultime 6. Girato il calendario, un punto (e un gol) in 4 partite. Non basta il mea culpa dell’allenatore sui 7 giorni di sosta concessi sotto le feste. Ci dev’essere dell’altro.
– sull’attacco stiamo dalla parte di Pala. Che ha ragione da vendere. La coperta è corta: o scopri i piedi o fai altrettanto con le spalle. E se anche Santana non accende la luce, è davvero notte fonda.
– il “problema” Montini andava gestito prima. Non a 2 mesi dall’infortunio e a pochi giorni dalla chiusura del mercato.
– a proposito, capitolo mercato. Una punta andava presa tempo fa: a ottobre/novembre uno svincolato, oppure a dicembre un giocatore dalla Serie D, o ancora nella prima settimana di gennaio uno di Lega Pro. Invece, si continua ad inseguire. Con una strategia che, ragioni economiche a parte, onestamente sfugge.

Infine un dato statistico. O scaramantico. Giocare alle 17.30 e/o in completo arancio mena gramo. Quasi sistematicamente. Otto gare disputate alle 5.30 p.m. e un solo punto (con il Padova). Sette partite affrontate in full orange e due soli pareggi (a Gorgonzola con la Giana e a Mantova). Sarà anche un dettaglio. Ma, con questi chiari di luna, converrà tenerne conto.

Giovanni Castiglioni