Partiamo dalle parole di coach Moretti, che analizza così la disfatta-harakiri di Pesaro: “Abbiamo mostrato il nostro lato oscuro. Dopo 30 minuti di una gara buonissima, a tratti perfetta, abbiamo tenuto duro sul loro primo tentativo di rientro nel terzo quarto. Negli ultimi dieci minuti, però, abbiamo perso fluidità per via della loro pressione. A quel punto le cose ci sono sfuggite di mano. Dire che sono arrabbiato non esprime tutta la gamma dei miei sentimenti”.
Arrabbiato lui, arrabbiati tutti. Perché non è possibile perdere così una partita che ad un certo punto era anche sul +19 per Varese e che a livello di morale e classifica voleva dire veramente tanto. Infatti ora la classifica si accorcia, e Pesaro – dal possibile -6 su Varese – ora è solo a due lunghezze, anche se l’Openjobmetis ha ancora lo scontro diretto a favore. E così Varese ha fatto vedere il suo lato oscuro, rendendosi vittima con le proprie mani di una rimonta che neppure i padroni di casa avrebbero mai sperato. Ma ricordiamo anche che nella prima mezzora si è visto anche il lato chiaro della Forza biancorossa: una grandissima efficacia in ambedue le metacampo con uno scintillante Wayns che faceva il bello e il cattivo tempo. E dopo tre quarti di assoluto dominio, l’Openjobmetis si ferma a 71 con solo 4 punti segnati nell’ultimo periodo, quando Wayns si è eclissato e con lui tutta la squadra. E questa volta non è risparmiato dalle critiche neppure Paolo Moretti. Sì, proprio lui, che fino a ieri era stato praticamente intoccabile. I capi di imputazione sono FullSizeRender (1)la pessima conduzione del quarto quarto, timeout tardivi se non inesistenti, e soprattutto la gestione di Galloway. La guardia americana è sul piede di partenza per Omegna, ma nonostante questo ieri è rimasto in campo 34’. 27-28 dei quali molto buoni – diciamo le cose come stanno – ma gli ultimi davvero pessimi, prendendo delle scelte quantomeno rivedibili e portandosi a casa una collezione non male di palle perse. Sicuramente Moretti era obbligato a fare numericamente conto dell’ex Tortona, ma concedergli quel minutaggio è parso un po’ esagerato. Un Varanauskas più “soldatino” non sarebbe stato meglio per difendere ed evitare che Pesaro rientrasse? In ogni caso noi non ci sentiamo di gettare tutta la croce addosso a Moretti: ieri ha sbagliato, è vero, ma se l’Openjobmetis è dove è adesso, gran parte del merito è sempre del suo coach.

E allora diciamo le cose fino in fondo: si doveva attendere l’harakiri di ieri per capire che ci sono situazioni che non funzionano? Come – ad esempio – aver aspettato settimane e settimane per arrivare all’ultimo acquisto. Oppure la convivenza Wayns-Galloway, già da tempo improbabile (forse anche per il loro passato?). E diventata impossibile da quando si è deciso di lasciar andare il 55, continuandolo però a schierare, per mancanza di alternative. Probabilmente, in questo clima di approssimazione organizzativa, un coach non può lavorare come dovrebbe. Forse ai piani alti della dirigenza c’è di che pensare. Intanto le speranze sono riposte in Chris Wright, che per carattere e personalità potrebbe anche togliere Varese dalle sabbie mobili in cui si va a impantanare durante certi passaggi a vuoto in campionato. E nel frattempo, due protagonisti – anche in negativo – come lo stesso Galloway e Wayns fanno parlare di sé sui social. La guardia ieri ha postato una foto di un tiro in sospensione contro Milano, con la seguente didascalia: “Mantieni la rotta. Qualsiasi cosa ti capiti, succede per renderti una FullSizeRenderpersona più forte. #55”. Sicuramente un riferimento alle critiche che sta sentendo in questi giorni dall’una e dall’altra parte. Dall’altra parte, subito dopo la partita di Pesaro Wayns ha twittato delle parole di difficile interpretazione: “Se sei dall’altro lato allora te ne devi andare!!”. Chissà con chi stava parlando, e soprattutto chissà se si riferiva alla partita. E se stesse parlando anche lui del lato oscuro?

lu.mastro.