194 presenze in sei stagioni con la maglia del Varese tra Lega Pro, Serie B e Coppa Italia: 18 reti e un’infinità di assist. Questi i numeri di un ex biancorosso rimasto nel cuore di tutti i tifosi. All’anagrafe di Camposampiero, in provincia di Padova dove è nato il 5 maggio del 1983, è registrato come Giampietro Zecchin, ma nella Città Giardino tutti lo conoscono come “Zecco“. Calciatore dal talento indiscusso, uomo vero come pochi se ne incontrano nel mondo del calcio, uno che non si è mai tirato indietro e che questa generosità ora la sta pagando a caro prezzo.
Dopo il fallimento del Varese sei rimasto senza squadra e finalmente adesso hai trovato una maglia. Tutto bene quindi?
“Magari – attacca l’ex biancorosso -. Il problema alla caviglia che ha compromesso la passata stagione non è ancora risolto, infatti sono a Bologna per curarmi. Con il Campodarsego (Serie D ndr) ho trovato un accordo, mi alleno, ma non so bene quando sarò pronto”.
Ci vuoi dire che la tua carriera è a rischio?
“Mi conosci bene, dico sempre le cose come stanno. Tutto è iniziato a settembre del 2014 in Varese-Lanciano dove mi sono infortunato alla caviglia. Avrei dovuto fermarmi, curarmi meglio e invece la voglia di scendere in campo mi ha portato a giocare sul dolore, spesso utilizzanto infiltrazioni e ora purtroppo la sto pagando”.
Di che tipo di problema si tratta?
“Troppo lunga da spiegare, ti posso dire che è lo stesso che ha avuto Van Basten. Lui ha dovuto smettere a soli 30 anni, io ci sto provando in tutti i modi, ma sono pronto anche a questa evenienza”.
L’uomo Zecchin ha già le idee chiare, e sa assumersi le sue responsabilità, come è successo a Cremona ad inizio stagione.
“Con la Cremonese era tutto fatto. Mi sono allenato per un paio di giorni, ma la caviglia mi faceva male. Non me la sono sentita di firmare un contratto sapendo che non avrei giocato, ho salutato tutti e me ne sono tornato a casa”.
Neto ringrazia Zecchin per l'assist e festeggia con luiNeto e Corti al Padova, tu no. Il trio storico del Varese si è diviso, non vorresti essere li con loro?
“Per il Padova vale lo steso discorso che ti ho fatto per la Cremonese. Abbiamo avuto dei contatti ma non me la sono sentita di andare nemmeno lì. Con Neto e Dani ci sentiamo e vediamo spesso, sono qui vicino a casa mia. Di certo non li lasciavo andare lontano”.
Il Varese di quest’anno lo segui?
Certo, leggo e mi tengo aggiornato con facebook dove ormai si trova tutto. A Varese ho ancora tanti amici, con loro mi sento spesso e mi raccontano. Ormai questa stagione si può considerare chiusa, la promozione è in tasca. Spero che la società sia strutturata per fare bene anche l’anno prossimo in Serie D”.
Abbiamo iniziato parlando delle tue 194 presenze con la maglia del Varese, ne mancano 6 per raggiungere le 200: si può fare qualcosa?
“Ti ricordi quella volta a Livorno all’intervallo? Nevicava di brutto, avevo le scarpe inzuppate e i piedi congelati. Me la hai prese e scaldate con il phon… abbiamo vinto 3-1 è ho fatto una prestazione super dopo aver segnato. Portami la tua caviglia, mi serve, e prometto che, se il Varese mi vuole, le 200 presenze le supero alla grande”.

Michele Marocco