4204 chilometri. Metro più, metro meno, è la distanza che separa Busto Arsizio da Baku, in Azerbaijan. Ed è la distanza che Carlo Parisi ha percorso questo Natale per andare dalla sua nuova squadra, il Lokomotiv Baku. Un nuovo mondo, una pallavolo diversa, un’avventura anche umana. Parisi è questo: protagonista di un ciclo incredibile con la Futura Volley, cominciato in A2 e finito con il secondo posto in Champions League. Nel mezzo, uno scudetto, due Coppe Cev, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e tanti podi. Un uomo che non ama spendere parole inutili: per lui parlano i fatti.

Come sta coach Parisi lontano dall’Italia?
“Sto facendo questa nuova esperienza a Baku, personalmente sto bene e sto anche lavorando tranquillamente. Certo, non è come qualche anno fa dove qui c’erano solo formazioni competitive: ora il campionato è un po’ dimesso, ma ho accettato questa opportunità per fare un’esperienza in una squadra di club e valutare le mie impressioni. I conti li faremo alla fine”.

aldera, parisi e barbaro a mosca 2015 cev.luSi sarebbe mai immaginato di allenare in Azerbaijan?
“Più che altro non pensavo che avrei dovuto fare le valigie a Natale. Quando metti in preventivo di fare il coach fuori dall’Italia ci sta anche di andare lontano. Pensavo ad un Natale tranquillo, ma così non è stato…”.

A mesi dall’addio a Busto, è ancora convinto che lasciare sia stata la scelta giusta?
“Era la normale conclusione di un rapporto durato molti anni, che sono stati felici e ricchi di soddisfazioni. Era arrivato il momento giusto, coinciso con un cambio all’interno della società: io non ho nessun tipo di problema, secondo me era ed è la scelta giusta”.

Cosa conserva, anche umanamente, di questo lunghissimo ciclo?
“Innanzitutto porto con me una crescita e un miglioramento personale e professionale inestimabili per la mia carriera. Ho lavorato per molti anni nella stessa società e ho avuto la possibilità di maturare insieme ad essa ed insieme alle persone che hanno contribuito alla sua crescita. Il mio bagaglio si è arricchito moltissimo, sono troppe le cose per racchiuderle in qualche frase. Ad esempio, ho vissuto emozioni fortissime con il palazzetto pieno. Sono arrivate grandi soddisfazione sportive, che si accompagnano alla bellezza dei rapporti umani”.

Si è fatto un’idea di cosa non sia girato bene l’ultimo anno?
“Se intendiamo una finale di Champions, io firmerei per rivivere una stagione così. È vero, abbiamo lasciato qualcosa per strada e quindi chi vuole rimanere con l’amaro in bocca per l’uscita dai playoff faccia pure. È stata un’annata difficile, impegnativa: abbiamo giocato sempre da ottobre ad aprile e non siamo riusciti a far quadrare il cerchio come era nelle nostre intenzioni. Ma la stagione dell’anno scorso in tanti vorrebbero riviverla”.

Coach Mencarelli è l’uomo giusto per la UYBA?
“Continuo a pensare di sì. Quelli che sono i programmi della società trovano in Marco una figura adatta per questo, ne sono più che sicuro”.

Aldera, Parisi, BarbaroOltre ai trofei del 2012, qual è stato il momento più bello di questi anni?
“Sono stati molti, perché tante volte abbiamo raggiunto traguardi che erano inaspettati. Come le Final Four di Coppa Italia, a cui siamo arrivati da protagonisti, eliminando squadre più blasonate. O le semifinali scudetto giocate da outsider. Ok, non possiamo prendere in considerazione lo scudetto, ma giocavamo una bella pallavolo ed eravamo concreti, anche se all’inizio della stagione ci ridevano tutti dietro quando dicevamo che eravamo ottimisti. Non si possono racchiudere 11 anni ‘solo’ nel triplete, ci siamo presi grandi soddisfazioni. Ovvio, ci sono state anche alcune delusioni ma questo è lo sport, poi ci siamo sempre rialzati”.

Ci racconta un aneddoto della sua permanenza a Busto?
“Ne dico una famoso. Quando è iniziata l’avventura a Busto ci chiamavamo ancora DiMeglio. Ero a fare colazione in un bar e mi hanno scambiato per un impiegato, chiedendomi se il supermercato fosse aperto anche di domenica. È stata un’esperienza simpatica che mi è rimasta impressa anche perché è stato uno dei miei primi approcci con la squadra e la città. Siamo partiti da lì e siamo arrivati dove tutti sanno”. 

La rivedremo sulla panchina della Futura Volley?
“Sono sincero, non lo so. Ma se devo esprimere al momento un mio pensiero, 11 anni sono tanti. È giusto che le strade si siano separate e ognuno prosegua sulla sua. Sapendo sempre che c’è un affetto e un filo che ci legherà sempre, è inevitabile. Quello che stato è stato, ma rimarrà nella memoria di tutti quanti”.

Luca Mastrorilli