In tema di sventure e dintorni, quella che negli ultimi 20 anni il Lumezzane ha rappresentato per la Pro Patria è una vera e propria nemesi.
Tanti incroci (25 per la precisione), bilancio più o meno pari (9 successi biancoblu contro gli 8 bresciani), ma, quando contava davvero, hanno sempre vinto loro. Come nei playoff del ’96 (prima appendice post stagionale in Serie C della storia tigrotta) o, più recentemente, nei playout dell’anno passato (nelle foto). Una sconfitta all’andata e una al ritorno per certificare una retrocessione sul campo poi scongiurata solo dalla riammissione sul filo di lana. Un doppio confronto avvelenato dallo scandalo scommesse, esploso Lumezzane playout 1proprio in quei giorni e innesco di un piccante botta e risposta tra l’allora tecnico bustocco Marcello Montanari (“Non siamo dei venduti. I venduti c’erano prima”) e la società valgobbina che rimbalzò le insinuazioni con una minaccia di querela (“Nessun nostro tesserato si è mai permesso di assumere alcun atteggiamento irriguardoso nei confronti degli avversari e la nostra buona condotta è certificata dalla totale assenza di richiami da parte dei quattro arbitri”). Insomma, arsenico e vecchi dispetti. Come da consolidata tradizione dei confronti tra i due club.

Rispetto a quel maggio per stomaci fortissimi, le cose sono cambiate il giusto. La Pro Patria è a caccia di una salvezza ancora più complicata e il Lumezzane…idem. Tanto che in settimana la panchina rossoblu ha fatto conoscenza con il terzo inquilino stagionale. Dopo D’Astoli e Nicolato, è scoccata l’ora di Antonio Filippini, gemello di Emanuele e protagonista della prima esperienza professionistica dopo un lustro trascorso nei settori giovanili del bresciano.
Ipotizzare l’undici che sabato sarà di scena allo “Speroni” (ore 15), è un azzardo che è consigliabile evitare. Quindi limitiamoci, per familiarità, a snocciolare la squadra che ha perso 3-1 in casa con il Renate nell’ultimo turno di campionato (quinta sconfitta nelle ultime sei gare). Difesa a 4 e centrocampo a rombo con Furlan tra i pali; l’ex Vigor Lamezia Rapisarda, il veterano Belotti, Marco Baldan e il sassarese Russu in difesa (con in panca l’ex di giornata Devis Nossa); Jacopo Mantovani, il 34enne francese Genevier e l’ex Ischia Isolaverde Calamai in mediana; l’ecuadoriano Varas dietro alle due punte Sarao e Sergio Cruz. Quest’ultimo è però squalificato e lascerà spazio a Bacio Terracino o Valotti. Ma siamo alle aste, s’intende, e il cambio di guida tecnica potrebbe ribaltare la formazione come un calzino.

All’andata (il 10 ottobre) finì 2-1 per i bresciani con reti di Montini, Barbuti su rigore e Varas, discutibilissima direzione arbitrale di Guarino di Caltanissetta e conseguente sfogo post partita di Fulvio Collovati. Una tirata civile (secondo lo stile dell’eroe di Spagna 82), ma senza mandarle a dire: “Adesso basta! Non credo nei complotti ma voglio rispetto”. Insomma, arsenico e vecchi dispetti. Come da consolidata tradizione.

Giovanni Castiglioni