Luino ha festeggiato il suo plurimedagliato alle Paralimpiadi di Londra Federico Morlacchi, ribattezzato “Morlacci” per come veniva annunciato dallo speaker dell’Aquatic Center. Sul palco con lui i compagni della Verbano Luino Nuoto, le autorità locali e provinciali.
Per una volta la cittadina cara a Piero Chiara non festeggia un comico.
“E’ vero! – conferma sorridendo il Sindaco di Luino Andrea Pellicini – Questa volta tocca ad un atleta, un fior d’atleta che ci ha regalato momenti di grande emozione. Oltre a Federico oggi intendiamo dire grazie a dirigenti e tecnici della Luino Verbano Nuoto e a tutte quelle figure purtroppo mai abbastanza gratificate che garantiscono ai nostri ragazzi la pratica dello sport con grande impegno e professionalità. La situazione generale è quella che sappiamo tutti ma la disponibilità della nostra amministrazione è totale per fare in modo che la qualità messa in mostra da Federico non resti isolata. E’ quindi necessario che alla volontà dell’amministrazione pubblica si uniscano investimenti da parte di privati a supporto delle nostre società in modo che talenti come Federico e altri possano regalarci nuove e sempre più frequenti soddisfazioni”.
Un riconoscimento ad un atleta è anche l’occasione per ricordare cosa c’è dietro ad un grande risultato, in questo caso tre.
“Dietro a tre medaglie come a qualsiasi altro successo c’è la tenacia, la caparbietà ma soprattutto la pratica di uno sport che è anche scuola di vita – interviene la Presidente della Luino Verbano Nuoto Sonia Catenazzi – Il nuoto è una disciplina individuale che si pratica all’interno di un gruppo in cui i nostri ragazzi sanno sostenersi e integrarsi a vicenda. Federico è arrivato a questo meraviglioso risultato grazie al suo carattere e a tante altre persone che l’hanno messo nelle condizioni per raggiungerlo”.
La FINP come altre Federazioni hanno iniziato il cammino dell’attività integrata. Voi come l’avete affrontata?
“Come crediamo si debba affrontarla: con naturalezza. Federico nuota da sempre con noi, e ha sempre fatto ogni altro cosa insieme agli altri pur essendo tesserato anche per la Polha Varese. Torno al discorso di prima, quello che mancava a Federico l’hanno messo tecnici e compagni e viceversa. Tutto qui”.
La cassa di risonanza della Paralimpiadi può anche avere degli aspetti negativi. Tra i pochi, per fortuna, quello degli esperti dell’ultima ora che criticano la definizione “disabili”, le categorie, le Paralimpiadi in quanto tali, ecc., ecc., rischiando di spostare l’attenzione sulla confezione a danno del contenuto. In un passaggio del suo discorso nella cerimonia di chiusura, Sebastian Coe ha sottolineato due concetti, “questi atleti gareggiano all’insegna del io sono come sono” e “da queste Paralimpiadi nulla sarà più come prima” riferendosi all’attenzione del media e al livello raggiunto dagli atleti.
“Sul primo concetto sono perfettamente d’accordo. Sull’altro aspetto pure anche se mi ha dato un po’ fastidio vedere intorno alla Paralimpiadi si attenzione ma anche un po’ di curiosità morbosa pensando di vedere chissà quale spettacolo. Personalmente sogno Olimpiadi e Paralimpiadi sul modello della manifestazione organizzata ogni anno dal Nuoto Club Gallarate dove si alternano gare normo e disabili stessa giornata con il pubblico che assiste alla preparazione, alle gare e alle premiazioni di atleti. Stop. Sarebbe il sistema migliore per guidare la nostra società ad eliminare il termine “diversamente abili” sostituendolo con il più significativo “diversamente uguale”.
(nella foto da sx Sonia Catenazzi, Federico Morlacchi e Andrea Pellicini)
RB