Il diavolo si nasconde nei dettagli. Quelli che, ancora una volta, premiano (purtroppo) gli altri e penalizzano (oltremodo) la Pro Patria. Una mancata marcatura su una palla inattiva e un palo galeotto sull’inzuccata di Montini. Lo 0-1 con il Bassano è praticamente tutto lì. Ne è cosciente anche Alessio Pala che è costretto a fare buon viso a cattivo risultato: “Abbiamo fatto bene entrambe le fasi. Peccato per la disattenzione sul gol. Posso dire che da almeno un mese siamo una squadra di calcio nonostante le numerose assenze. La gara è stata preparata bene e devo fare i complimenti ai ragazzI e allo staffi”. Il discorso non può che finire sulla contestazione e suoi derivati: “Stiamo lavorando in silenzio. Oggi il clima era ostile ma i ragazzi hanno saputo resistere alle difficoltà. L’accenno del comunicato sull’utilizzo dei giovani del vivaio biancoblu? Nella Berretti ci sono 4/5 ragazzi interessanti ma, in questo momento, non sono ancora pronti. Per il resto dobbiamo essere impermeabili a tutto e sulle vicende societarie non voglio esprimermi”. In sala stampa è presente anche il DS in pectore Bratti dopo l’assenza (senza retroscena) di ieri alla rifinitura. Una presenza che, peraltro, non cancella la profonda spaccatura all’interno della società.

imageDall’altra parte Stefano Sottili incassa il massimo risultato con lo sforzo minimo: “Alla fine ho gioito perché stavamo soffrendo. Pareggio risultato più giusto? Mah, loro hanno avuto solo quella doppia occasione. In realtà anche noi abbiamo creato poco”. Della serie: un punto a testa sarebbe stato decisamente più equo. Immancabili i complimenti all’avversario: “Non è facile giocare in queste condizioni. Anche oggi non hanno mai mollato. Oggi ha deciso solo la nostra capacità di buttarla dentro”.

A chiudere Gianluca Sampietro, ritrovato quasi più come incontrista che come creatore di gioco: “Sono stato assente tanto. Devo ancora ritrovare la gamba. Il nostro obiettivo da qui alla fine? Dobbiamo ragionare partita per partita. Non possiamo permetterci di fare altro”. Sempre che il diavolo non ci metta ancora la coda. 

Giovanni Castiglioni

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