Devis Mangia – oggi all’Ascoli – è un pezzo di storia recente del Varese. Ha allenato la prima squadra, la Primavera, ha lanciato giovani e ha assaggiato l’Eccellenza, categoria che questa settimana il Varese può già salutare. E poi ha vinto. Sì, perchè è anche grazie al Varese che quel mister di nome Devis oggi è uno degli allenatori più affermati d’Italia, nonostante la giovane età.

Come sta oggi Devis Mangia?
“Sto un po’ meglio di un mese fa, diciamo (ride, ndr). I risultati sono una buona medicina e anche le prestazioni ci stanno dando conforto. Quindi, abbastanza bene”.

Lei è stato un punto di riferimento per il calcio dilettantistico prima e per quello professionistico poi. Come mai ce l’ha fatta?
“Inizialmente perché mi sono trovato nel posto giusto al momento giusto. Nel caso, il posto giusto era Varese, e il momento era giusto perché c’era la famiglia Sogliano che ha avuto fiducia in me e mi ha dato un’opportunità. Certo, poi bisogna essere sia fortunati e bravi a coglierla, però senza quella scelta – che non era scontata, tutt’altro – non sarebbe stato possibile quello che poi si è verificato”.

Ripete spesso che deve molto ai Sogliano…
“È la verità. Se loro non avessero avuto fiducia in me, anche per quello che ha detto di me Scapini, e se loro non avessero verificato la bontà del mio lavoro, probabilmente starei ancora allenando una squadra della zona, pur con tutto il rispetto”.

Dopo tutti questi anni, com’è il suo legame con Varese?
“È sempre forte, da lì è cominciato tutto, prima con la prima squadra nei dilettanti e poi la seconda volta con la Primavera. Il legame è sempre saldo, ho seguito e seguo le vicende del Varese e sono molto contento che stia risalendo la china, come è giusto che sia dopo un’annata pessima. Lì c’è qualche giocatore che ho allenato e persone con cui ho lavorato come Scapini e Vago. Ho conosciuto anche i nuovi dirigenti, delle persone molto a modo”.

Ha avuto modo di conoscere Melosi?
“In realtà, conosco Giuliano da qualche anno, già da quando lui era a Turate. Ne approfitto per fare i complimenti a lui, alla società e ai ragazzi per l’obiettivo che stanno per centrare”.

È rimasto affezionato a qualche ragazzo della Primavera?
“A tutti. Con qualcuno il rapporto è continuato nel tempo, ma dico tutti perché è stato qualcosa di speciale. Dicevamo che la colonna sonora di quella stagione era ‘Non succederà più’, ma non solo dal punto di vista tecnico, bensì dei rapporti umani”.

Lei ha lanciato Francesco Luoni, ora capitano in Eccellenza. Che ne dice della sua scelta?
“È un ragazzo a modo, oltre che essere un giocatore con qualità molto importanti. Ha fatto una scelta non semplice che pochi fanno. Ha avuto il coraggio di una decisione per niente scontata, questo gli dà veramente molto merito”.

C’è qualche storia che vuole raccontare sugli anni a Varese?
“Non saprei, quell’annata con la Primavera è stata tutta un grande insieme di storie dentro la storia. Ogni giorno significava scoprire continuamente cose nuove, anche nei rapporti con i ragazzi e a livello di gestione. È stata tutta una stagione fantastica”.

La rivedremo a Varese?
“L’ho detto, prima o poi succederà. Bisogna vedere se qualcuno mi vorrà… penso veramente che prima o poi accadrà, ma vale per me e per tutti coloro che hanno vissuto l’epopea del Varese dall’Eccellenza alla Serie B. C’è un legame davvero forte”.

Luca Mastrorilli