“Il nostro Presidente? E’ differente…!”
Mentre intervisto Cecco Vescovi mi passa per la mente una pubblicità in voga sugli schermi qualche tempo fa e come fosse un accecante flash penso che quello slogan, opportunamente modificato, potrebbe essere perfetto per descrivere ruolo e vicenda di Francesco Vescovi, da tre stagioni numero uno della Pallacanestro Varese.
I motivi per cui Cecco, nella geografia dei presidenti di squadre di serie A, sia personaggio profondamente differente dai suoi colleghi sono sotto gli occhi di tutti e chiarissimi nella loro evidenza. Tanto per cominciare è l’unico ad essere stato giocatore e allenatore di alto livello e quindi ad essere, se mi passate il termine, “padrone della materia”. In seconda battuta, esercita il suo mandato nella città che lo ha visto crescere, affermarsi e raggiungere il top sul parquet. Infine, aspetto ancor più importante dei precedenti, è il presidente riconosciuto dalla gente varesina. Per tutti è, semplicemente, “Il Cecco”, con l’articolo posto rigorosamente davanti al nome. In questo senso, sarete d’accordo con me, nessun altro dei suoi omologhi di serie A è, ne sarà mai, etichettato come “il Livio (Proli), il Ferdinando (Minucci) o l’Anna (Cremascoli)”
Cecco, uomo intelligente, queste cose le sa, le avverte e per queste ragioni è sempre vicino al popolo biancorosso e sempre disponibile a spiegare, in modo solare, le strategie del club di Piazza Montegrappa.
Partiamo da un check-up: come sta il Consorzio?
“L’idea continua a camminare piuttosto bene anche se -dice Vescovi-, la stagione che va ad incominciare sarà davvero molto importante e portandoci alla fine del primo ciclo triennale avrà significativi riflessi per l’eventuale riconferma del primo blocco dei consociati. Oggi i consorziati sono 68, ma abbiamo già in mano altre lettere d’intenti che, a breve, faranno lievitare il numero a 72. Una cifra che ci soddisfa, ma non ci accontenta anche perché, come tutti sapete, per alzare sempre più l’asticella delle ambizioni abbiamo bisogno di incrementare il più possibile il numero dei proprietari”.
Parliamo adesso della squadra e di un ribaltone estivo per certi versi clamoroso nella forma e nella sostanza…
“Per rispondere a questa domanda è doveroso un passo indietro. Nei primi due anni di vita del Consorzio abbiamo inseguito un obiettivo: allestire squadre di grande concretezza e in grado, grazie alla loro esperienza, di garantire una certa sicurezza in termini di risultati. Il traguardo, grazie anche all’eccellente lavoro di coach Carlo Recalcati è stato raggiunto con due playoff consecutivi. Nel frattempo, la tranquillità regalata dai risultati ha consentito alla società di consolidarsi lavorando bene lontano dal parquet. La primavera scorsa, all’indomani di gara-4 contro Siena, abbiamo subito pensato come e dove cambiare avendo però un chiaro obiettivo in testa: sposare una linea tecnica nuova scegliendo giocatori dalle caratteristiche diverse. Così, abbiamo progettato un gruppo completamente differente sotto il profilo tecnico, atletico e “morfologico”, gettando sempre un occhio molto attento al budget perché i nostri tifosi non devono mai dimenticare le spese che, come società, stiamo sostenendo per ristrutturare il palazzetto. Ci stiamo dando da fare a 360 gradi per ammodernare, abbellire e rendere più agevole, fruibile e funzionale una struttura che era ferma da più di vent’anni. Lo scorso anno abbiamo rinnovato i due spogliatoio della sud, quest’estate abbiamo messo mano a quelli della nord mettendo a disposizione quattro spogliatoi che, come visto nel recente “Memorial Pirazzi”, rappresentano il requisito minimo per organizzare tornei di caratura internazionale. Tutto ciò grazie alla collaborazione col Comune di Varese il quale, però, vorrei sottolinearlo con forza, non ci ha regalato proprio nulla e chi sostiene il contrario farebbe meglio a stare zitto. Anzi, come noto, all’inizio del percorso di collaborazione con le autorità comunali ci sono stati anche dei contrasti, appianati strada facendo grazie al buon senso e alla volontà di lavorare insieme per il bene comune della città espresse da entrambe le parti in causa. In questo senso il Sindaco, Dr. Fontana insieme ad altri responsabili e dirigenti comunali, meritano un plauso di riconoscimento. Effettueremo, in futuro, altre migliorie perché, avendone la gestione ventennale, è nostra intenzione rendere Masnago un punto di attrazione non solo per la pallacanestro. Non a caso l’inserimento in società di un personaggio di grande valore come Gianmaria Vacirca, esperto di strategie commerciali, avrà proprio la funzione di aprire la Pallacanestro Varese verso nuovi orizzonti. Non solo cestistici…”
Capitolo allenatori: nel giugno scorso ti sei attirato non poche critiche per aver dato il benservito a Charlie Recalcati…
“Non finiremo mai di ringraziare Carlo per quello che ha fatto in due stagioni, ma cambiare squadra, assetti tecnici e psicologici, a nostro giudizio voleva dire cambiare anche il ‘manico’”.
Perché Vitucci?
“Volevamo un allenatore che avesse forti motivazioni, non che Carlo non le possedesse, e che fosse disposto a lavorare su un progetto nuovo e avesse caratteristiche diverse da Recalcati. Ho puntato lo sguardo su Frank perché, oltre ad essere un ottimo coach, con un buonissimo rapporto coi giocatori, in particolare gli americani, ha dimostrato negli anni di Avellino di saper lavorare anche in condizioni di grande difficoltà ponendo la sua figura come punto di riferimento per gruppo di giocatori e società. Poi, penso abbia l’età giusta per intraprendere insieme a noi un percorso di crescita che aiuti la Pallacanestro Varese a salire altri gradini nella scala gerarchica del basket tricolore”.
Squadra costruita come?
“Accanto a tre-quattro giocatori esperti e due leader come Green ed Ere abbiamo piazzato una serie di giocatori giovani e comunque nuovi per il nostro campionato. Un lavoro di costruzione nel quale si avverte la mano di Simone Giofrè, il nostro responsabile dello scouting, che ha proposto una lunga lista di giocatori, poi analizzata e valutata insieme agli allenatori. Il risultato è quello che tutti hanno apprezzato in precampionato con una squadra che ha rigenerato entusiasmo e rimesso in circolo emozioni. La fase di pre-stagione forse non farà testo, ma dopo aver visto questa squadra all’opera, dopo aver guardato con interesse ai risultati prodotti da Vitucci e soci, pensiamo di essere davvero sulla strada giusta. Il pubblico, dal canto suo, ha capito ed apprezzato il nostro progetto, ci ha dato sostegno e, vedi la risposta degli abbonati, anche tanta fiducia sposando una linea che vorremmo avesse come marchio di fabbrica anche lo spettacolo per una stagione esaltante da vivere tutti insieme perché -confida fiducioso Cecco- questi ragazzi sono pronti ad entrarvi nel cuore”.

Massimo Turconi