Giulio Ebagua classe 1986, é nato a Benin City in Nigeria il 6 giugno, ed é alla sua terza stagione con il Varese. Ha vestito la maglia biancorossa tra il 2009 e il 2011 totalizzando 55 presenze e realizzando 24 reti. Con i suoi gol ha contribuito in maniera importante al ritorno del Varese in serie B dopo 25 anni nella sua prima annata ai piedi del Sacro Monte.
C’é stato un po’ di tira e molla, questa estate. Pensi che questo abbia alimentato i dissapori con i tifosi?
“Non lo so. Comunque non parliamo piú di dissapori. Quello che stato é stato, giusto? Si dice cos?? Io non condanno nessuno per quello che é successo, penso solo al bene del Varese e sono sicuro che tutti i tifosi la pensano cos?. Siamo tutti sulla stessa barca, dobbiamo remare tutti nella stessa direzione per cercare di raggiungere, anche quest’anno, un traguardo importante”.
Hai parlato di traguardo importante, chi ben comincia é a metá dell’opera: oltre alla brutta sconfitta con il Verona di ieri, nelle prime cinque partite ci sono state quattro vittorie ed un pareggio…
“Diciamo di si, abbiamo iniziato decisamente bene. Stanno arrivando i risultati ma, cosa piú importante, stanno arrivando anche le prestazioni. Abbiamo dimostrato sempre di meritare la vittoria che, anche se contro Lanciano e Modena é arrivata in extremis, ha dimostrato il carattere della nostra squadra, una squadra che non molla mai. Ieri con il Verona purtroppo non è andata benissimo; i gialloblu sono una squadra fortissima, ed è facile pagare caro gli errori in queste circostanze. Comunque direi risultato bugiardo”.
Anche Ebagua ha iniziato decisamente bene: tre partite e tre gol…
“É normale che un attaccante sia felice di una vittoria se fa gol e in tal senso le mie tre partite sono state molto felici. Ti posso assicuare, peró, che é fondamentale il risultato finale della partita non importa chi segna, basta che si vinca”.
Facciamo un passo indietro, quella appena conclusa é stata un’annata difficile per te…
“Difficile a livello lavorativo. A Torino ho avuto difficoltà sul sistema di allenamento, non mi sono trovato bene con il mister da subito e cos? a gennaio ho chiesto di cambiare aria. A Catania all’inizio ho fatto un pó di fatica ad ambientarmi peró poi mi sono trovato bene. Anche se non da protagonista ho vissuto sei mesi in serie A e vi posso garantire che é veramente un altro mondo. Un’esperienza che mi ha cresciuto a livello professionale ma anche dal punto di vista umano”.
Ventisei anni giá compiuti, una discreta carriera alle spalle ed una di fronte ancora da scrivere: hai ancora un sogno nel casetto?
“Certo, non bisogna mai smettere di sognare. Spero di riuscire a tornare in serie A, a giocare in maniera continuitiva e di arrivare in doppia cifra con i gol. Tutto questo passo, passo come è sempre stato per me. Se poi vogliamo proprio sognare, mettiamoci pure la maglia del Varese in tutto questo”.
Cosa si aspetta Ebagua per questa stagione?
“Ho sempre chiaro in testa quello che voglio. Ovviamente il mio obiettivo, come quello di ogni attaccante, é quello di andare in doppia cifra. Anche se ti confesso che per i nostri propositi questa doppia cifra deve essere sostenuta”.
Neto, l’idolo dei tifosi, é un giocatore fondamentale per il Varese?
“Neto, prima di tutto, é una persona splendida. Come giocatore é determinante ed é un vincente. Peró, senza nulla togliergli, é il gruppo la vera forza del Varese. Noi possiamo prescindere da chiunque, da Neto, da Zecco, da Ebagua, chi gioca é determinate per il bene della squadra”.
Tornando al campionato, quali sono le tue favorite?
“Del Verona abbiamo gia parlato, squadra importante, piazza importante, ambizioni importanti. Vedo bene lo Spezia che ha una squadra di rango con l’entusiasmo di chi ha appena vinto un campionato e ha ancora tanta fame. Il Livorno sta facendo bene, é una squadra che da anni cerca di tornare in A anche se poi incontra difficoltá, potrebbe essere la stagione buona per i toscani. E poi ci metterei il Sassuolo, una squadra senza storia ma che ha nel presidente potenzialitá da grande. Ogni anno allestiscono un gruppo per far bene e anche quest’anno hanno una rosa di prim’ordine “.
E il Varese?
“Il Varese é il Varese e fa storia a se… Ma che storia… Ragazzi!”.
Un saluto per i tifosi biancorossi…
“Piú che un saluto una preghiera: state i vicino, venite allo stadio sempre piú numerosi, fateci sentire il vostro calore come nelle ultime stagioni. Insieme possiamo ‘sognare’ in grande!”.

Michele Marocco