Il presente dice campionato, ma il futuro di Varese è europeo. Ieri sono cominciati gli allenamenti a Masnago in vista della partita contro Brindisi, e Moretti può contare su tutti gli effettivi per tentare il colpo contro la squadra di Banks. Wayns sta recuperando la forma migliore e si è ormai lasciato alle spalle il problema di emicrania che lo aveva afflitto settimana scorsa. Se l’attenzione del settore tecnico è però solo sulla sfida di domenica, in società c’è chi pensa oltre: alla Fiba Cup. Ma non tanto ai quarti di finale con Anversa – sono attive le prevendite -, bensì alle possibili Final Four, con il sogno di ospitarle a Masnago. Anche se ovviamente, prima bisogna qualificarsi e battere i belgi, altrimenti qualsiasi discorso da qui in avanti avrà ben poco senso. Come riporta La Prealpina, non è un’impresa facile: i requisiti richiesti dalla Fiba sono davvero tanti. Innanzitutto, servono 250mila euro. Come potranno essere recuperati dall’Openjobmetis? Principalmente, dai guadagni al botteghino, perché da sponsor e pubblicità arriverà ben poco. La società biancorossa vuole però provare a candidarsi, nonostante ci siano alcuni problemi logistici che non rispondono positivamente ai criteri Fiba. Si va dai pochi uffici disponibili ai metri di led richiesti, passando dai tavoli per le statistiche e una tribuna stampa che dovrebbe essere raddoppiata. Ovviamente la Fiba farà i suoi conti anche con le alternative, che non è detto siano migliori di Varese. Anche perché, dando una rapida occhiata agli altri impianti delle squadre ancora rimanenti in Fiba Cup, se la Fiba volesse decidere di far rispettare fino alla fine i criteri, dovrebbe praticamente organizzare le Final Four a sue spese in campo neutro. I precedenti però fanno ben sperare, perché sia l’anno scorso (Reggio Emilia, Paladozza) che quello prima (Trebisonda) la Fiba chiuse un occhio. Anche perché l’organismo internazionale probabilmente è come se stesse organizzando una sorta di asta al ribasso: molti requisiti per vedere chi si avvicina di più, di modo da non perderci dei soldi. D’altra parte, giocare in casa aumenterebbe ovviamente le chanche di successo, e quindi di guadagno, che vanno dai 50mila per la quarta classificata ai 250 per la prima. Lunedì prossimo il presidente Coppa sarà a Parigi per la presentazione della nuova Champions League targata Fiba, dopo essere già stato a Monaco qualche tempo fa. Sarà l’occasione per farsi avanti in maniera concreta?

Molti tifosi hanno accolto bene l’idea concreta di una candidatura da parte di Varese. “E’ una bella opportunità – dice Marco – anche perché questa città era da molto tempo che non aveva un respiro così europeo. Se il divario economico è colmabile, non vedo perché sprecare questa opportunità”. Maurizio, abbonato storico, è d’accordo: “Mi piacerebbe molto, per quello che è la storia: rientreremmo in Europa in maniera importante. Certo, i costi sono alti, anche se con i soldi che abbiamo buttato via quest’anno sarebbero quelli spesi meno peggio. Se Varese ci arriverà, io ci sarò. Sono assolutamente favorevole a proporre questa candidatura perché ci sono tanti appassionati come me che aspettano di vedere da vicino Varese ai vertici”. L’analisi di Enrico è duplice: da una parte l’aspetto economico, dall’altra quello sportivo. “Credo che i conti si siano fatti prima di pensare a questa offerta: compatibilmente con i costi, è un’ottima scelta, perché possiamo provare a richiamare pubblico non solo da Varese ma anche da altri posti. Poi in casa siamo un’altra squadra, avremmo una spinta importante per vincere. Pensiamo a cosa è successo con Trento e Gaziantep, c’era una grande spinta”. Anche Stefano Volpe è dello stesso parere: darebbe visibilità a Varese. “Sarebbe una buona vetrina per gli sponsor e per far tornare a conoscere il nome di Varese in Europa”. Ma non mancano i pareri contrari su questa vicenda: “Non so se dovremmo farlo – ci dice Luca -, dubito che sia così facile rientrare dal costo dell’organizzazione, e sarebbero soldi da detrarre al budget dell’anno prossimo. E se arriviamo quarti? Ci sono troppe incognite e ancora più soldi da tirar fuori senza certezze di guadagno oggettivo”.

lu.mastro.