Bandirali MuseoRighi, Guida, Pellizzari, Bandirali, Brambilla, Tubaldo, Brizzi, Pini, Gori, Labadini, Ferretti. Aggiungete Mario Beretta in panchina (e magari l’alternativa Tutone in campo) e a qualcuno verranno i lucciconi. Anno di grazia 1995-96, la Pro Patria raggiunge i primi playoff della sua storia, l’esito non sarà felice (come nelle due stagioni successive) ma quel gruppo di giocatori entra di diritto nel pantheon dei cuori tigrotti vicini alla quarantina (o giù di lì). Due dei protagonisti di quelle stagioni (Roberto Bandirali e Andrea Tubaldo) sono da ieri entrati nell’Arca di Gloria dello “Speroni” grazie alla firma posta sul Wall of Fame del Pro Patria Museum – L’antro della Tigre. Tutto grazie all’amicizia con Mario Bianchi e Andrea Fazzari (quest’ultimo ideatore del museo biancoblu) che hanno veicolato l’amarcord. E complice la gara che il Bandi ha giocato (con il suo Portichetto ospite del Busto 81) nell’attiguo “Carletto Reguzzoni” di via Valle Olona. Già perché il centrale lodigiano (alla Pro dal ’95 al ’98) a 44 primavere suonate ha ancora voglia di darle e di prenderle sui campi della Promozione. Stessa età del Tuba che invece gli scarpini li appesi già da tempo.
Sono passati vent’anni. E sembra ieri. A differenza del presente che invece si vorrebbe dimenticare in fretta.

Giovanni Castiglioni