Federico Zazzi, classe 1997, è arrivato a Varese nella scorsa estate facendo una serie di ‘provini’ allenandosi con la prima squadra prima di essere confermato.
«Sono arrivato qui grazie al mio procuratore sapendo di dovermi impegnare per conquistarmi un posto in campo. Gli obiettivi della squadra sono stati chiari fin dall’inizio e non ci siamo mai nascosti dando sempre il cento per cento».
Una cavalcata trionfale come mai era successo in Eccellenza. Una passeggiata ci viene da dire… «Nel calcio non è così scontato che una squadra nata per vincere poi riesca a farlo davvero. Noi abbiamo trovato la giusta alchimia che ci ha permesso di farlo e, permettimelo, lo abbiamo fatto alla grande».
All’età di 12 anni è stato vicinissimo all’Empoli, squadra che non ha raggiunto solo perché troppo lontana da casa, che lo ha allora appoggiato all’Aldini. Poi è stato chiamato dall’Atalanta dove ha trascorso tre stagioni. Prima di Varese invece ha passato gli ultimi due anni al Monza. Soddisfatto di come sono andate le cose per te quest’anno? «Assolutamente sì. Ho trovato tanto spazio, il mister mi ha dato fiducia da subito e io penso di essere stato bravo a sfruttare le opportunità. Con il passare delle giornate ho sempre sentito più stima intorno a me e questo mi ha permesso ancora di più di rendere al massimo sempre»
zazzi (2)Non solo calcio nella tua vita, stai andando a scuola per terminare gli studi e prendere il diploma. «Studio ragioneria a Milano, dove abito, sono all’ultimo anno e mi sto preparando per la maturità. Vorrei proseguire e laurearmi in Scienze Motorie».
La famiglia ha giocato un ruolo importante fino ad oggi. «Papà Giovanni e mamma Elisa sono i miei primi tifosi e mi seguono sempre. Giulia, (la sorella di 16 anni ndr) appena può viene a vedermi, ma il calcio non l’appassiona».
La prossima stagione ti vedremo ancora in biancorosso? «Sono proprietario del mio cartellino e questa è una fortuna perchè posso permettermi di scegliere cosa fare. La mia intenzione è quella di restare a Varese, mi sono trovato benissimo, tutti hanno creduto in me e mi sento un po’ in debito con la società e il mister. Un primo contatto con il mio procuratore c’è già stato e penso che non ci saranno difficoltà nel trovare un’intesa. Sia io che il Varese vogliamo la stessa cosa».
A proposito di futuro, come vedi il Varese nel prossimo campionato di Serie D. Cosa gli manca? «Non ho mai fatto la categoria e quindi mi baso su quello che mi hanno riferito. La rosa attuale, così com’è, avrebbe fatto bella figura anche nella categoria superiore. La società ha progetti ambiziosi, a mio avviso l’intelaiatura della squadra dovrebbe rimanere questa, poi con un paio di ritocchi importanti, possiamo continuare a sognare…».

Michele Marocco