Le radici sono importanti. A Busto più che altrove. Così, la nuova Pro Patria ancora in incubazione nasce pensando al futuro. Ma con uno sguardo rivolto al passato. Solo per i parziali, dopo Salvatore Asmini DG, Sandro Turotti DS e Giorgio Scapini Responsabile del Settore Giovanile, il puzzle biancoblu ha aggiunto ulteriori pezzi. Tutti già con precedenti esperienze allo “Speroni”.
Nell’ordine, il Segretario del Settore Giovanile Massimo Tribuzio e il Team Manager Beppe Gonnella, in un ruolo in cui era stata valutata anche la candidatura di Andrea Brasca, altro ex arbitro e recente aspirante sindaco per la lista “Movimento per Busto”. A questi va aggiunta la promozione in segreteria di Cristian Moroni con relativo congedo dell’ultimo reduce della fusione del ’95, Saverio Granato. Un addio storico. Comunque lo si voglia interpretare.
Ma non è tutto, perché tra gli amarcord potrebbe tornare d’attualità quello con Alberto Armiraglio, Assessore allo Sport uscente e (sussurrato) nuovo presidente in rappresentanza di alcuni imprenditori bustocchi. Se infatti la struttura tecnica è in pieno fermento, nel cda la situazione è piuttosto fluida. E necessita di una scossa. Una figura politico/istituzionale come Armiraglio potrebbe fare da “ponte” con Palazzo Gilardoni evitando i cortocircuiti del passato. Magari (e ne abbiamo scritto il 21 maggio), provando a riannodare i fili di qualche trattativa finita in bacino di carenaggio come quella con Pirola.

Completati i quadri dirigenziali, sarà il turno della panchina. Dove non mancano certo i pretendenti. Intanto una sensazione. E solo quella, sia chiaro. Il nuovo tecnico tigrotto non sarà Salvatore Iacolino. Già in sede di scelta del Direttore Sportivo, Asmini aveva messo in atto la Mossa Kansas City. Tutti guardavano a destra e lui è andato a sinistra. Quindi, niente Andrissi e luce verde per Turotti. Magari anche con l’allenatore finirà allo stesso modo. In ogni caso l’annuncio non dovrebbe tardare. Poi cominceranno i colloqui con i giocatori che si riterrà di confermare. Per fare la squadra c’è ancora tempo. Anche se non tantissimo. Sempre con l’incognita della categoria di competenza.

Entro il 24 giugno (ma con proroghe e dilazioni in accordo alle date di chiusura del bilancio), andrà presentata la documentazione relativa alla concessione della Licenza Nazionale. Il nuovo corso (una sorta di Financial Fair Play in salsa tricolore), prevede regole rigidissime in termini economici e infrastrutturali. I club impossibilitati a rispettarle saranno (inevitabilmente) esclusi dalla sciarada dei ripescaggi. Nella prima decade di luglio dovremmo avere un’idea di massima su chi avrà superato il primo taglio. E capire quante residue possibilità ha ancora la Pro Patria di evitare la Serie D. Al lordo del ricorso contro la penalizzazione di cui si sta valutando l’opportunità. Perché aprire un fronte di conflitto con la Federazione potrebbe essere controproducente. E (paradossalmente), non necessario.
La porta per la riammissione in Lega Pro è stretta. Anzi, strettissima. Ma non è ancora chiusa.

Giovanni Castiglioni