L’ultimo weekend di giugno potrebbe (e dovrebbe) essere quello buono per conoscere il nome del nuovo allenatore della Pro Patria. Ad una cinquantina di giorni dal termine dell’ultima sciagurata stagione e a tre settimane (o forse meno) dal ritiro pre campionato, il neo DS Sandro Turotti starebbe infatti per sciogliere la riserva sul prossimo inquilino della panchina tigrotta. Una gestazione prolungata figlia della necessità di non sbagliare il colpo e (a sensazione) di qualche incastro ancora da comporre nel mosaico societario.

Svelato però il quando, non si può fare altrettanto con il chi visto che, al momento, l’identità del nuovo skipper biancoblu corrisponde ad un identikit ma non ancora ad una anagrafica. Buona esperienza sia tra i dilettanti che in Lega Pro, nessuna preclusione alla Serie D, grande voglia di misurarsi in una piazza storica e stile di gioco “moderno”. Questo (all’ingrosso) il profilo del tecnico 2016/2017. Un quadro che, in realtà, non restringe di molto il campo di ricerca. Se non altro, esclude alcuni nomi filtrati in questo mese di congetture. Come Salvatore Iacolino e Paolo Tomasoni.

E la squadra? Tempo al tempo. Ma nessuno stupore se, alla fine, non dovesse esserci nessun reduce della passata stagione. Anche Ferri e Santana? Compresi loro. Sulla base delle stesse valutazioni che hanno portato a sorvolare sulla candidatura di Calzi dopo che a gennaio i contatti con lo Zio Giampa  avevano avuto tutta l’aria di un arrivederci a luglio. La Pro Patria vuole ripartire da zero. Con tutti i vantaggi (e i rischi) che la scelta comporta.

Giovanni Castiglioni