Direttore generale da una settimana esatta, per Paolo Basile, lo scorso anno general manager del club, sono cambiati ruolo e responsabilità. Un anno fa ha contribuito a portare al nascente Varese Calcio risorse fresche attraverso la sponsorizzazione di GaGà che a dodici mesi di distanza è diventata più sostanziosa, al punto che il marchio di alta orologeria è entrato a far parte della società acquistando il 35 per cento delle quote e il nuovo socio, che si è aggiunto ai tre fondatori Ciavarrella, Galparoli e Rosa, è diventato proprio Basile, varesino doc e tifoso storico dei colori biancorossi. In settimana ci sarà un nuovo Cda per ratificare il tutto.
Si sente carico di responsabilità?
“Il mio ruolo è cambiato. La parte tecnica è stata interamente affidata al ds Merlin e a Vago che è diventato consulente di mercato. Credo molto in questo team e tutti stiamo collaborando al meglio. Sicuramente, facendo ora parte della società, ho qualche responsabilità in più e sono felice di condividerle con i tre soci fondatori che sono rimasti al loro posto. Il Varese appartiene alla città, noi siamo lì a garanzia”.
Cosa può promettere ai tifosi?
“Capisco ci sia stato un momento di smarrimento durante l’incertezza della categoria e poi con il cambio in panchina. C’era una possibilità di iscrizione in Lega Pro e non potevamo lasciare intentata quella strada. La cosa non è andata in porto e siamo tornati concentrati sulla Serie D. Ovviamente se ti chiami Varese in queste categorie devi giocare da protagonista. Il Varese può avere l’obiettivo di salvarsi solo in Serie B, in tutte le altre categorie è chiamato a vincere”.
Un ultrà in società…
“Essere ultras vuol dire incarnare determinati valori e principi come il non mollare mai e mettere sempre davanti a tutto i propri ideali in ogni aspetto della vita, dal lavoro alla famiglia. Ultrà si nasce”.
Qual è stata la partita più emozionante in assoluto che ha vissuto?
“Senza dubbio la finale playoff con la Cremonese; ho persino pianto. A dieci minuti dalla fine di un sogno siamo stati capaci di realizzarlo; è stata una scarica di adrenalina pazzesca. Quella è stata un’annata unica, come tifoso l’ho vissuta molto a contatto con mister e giocatori e non la dimenticherò mai”.
Lei è anche presidente della Bocciofila Alto Verbano. Analogie nella gestione?
“Ovviamente le due realtà non sono paragonabili, ma comunque si tratta di uno sport semiprofessionistico con costi e fatturati importanti. Per una realtà piccola non è facile arrivare a vinere il campionato. Le similitudini riguardano la gestione dello spogliatoio che c’è anche lì. Abbiamo costruito una squadra competitiva sul mercato; la società l’ho costituita io e mi sono sempre mosso in prima persona nella gestione manageriale e nell’acquisto dei giocatori. Nel calcio il discorso è molto più ampio ma stimolare, dare la carica ed essere sempre sul pezzo è doveroso in ogni sport”.
A proposito di mercato; come giudica i movimenti che ci sono stati finora?
“Contrariamente a quanti dicevano e pensavano che eravamo fermi, abbiamo lavorato dietro le quinte con convinzione. Sono molto soddisfatto di veder all’opera Merlin, un ragazzo che ho riscoperto nell’ultimo periodo. Abbiamo creato uno team straordinario e sono sicuro che riporteremo l’entusiasmo dell’anno scorso. News di mercato? Posso dire che è praticamente chiuso”.
Capitolo campo. Il terreno di gioco del “Franco Ossola” è da rifare…
“Abbiamo tenuto vivo lo stadio tutto l’anno restituendolo alla città tramite tanti eventi. Ovviamente il campo si è rovinato e sarà risistemato entro l’inizio di settembre. La preparazione la svolgeremo a Varesello che è il nostro centro sportivo. Piero (Galparoli ndr) lo vorrebbe dedicare interamente al settore giovanile, ma credo sia importante che esista comunque un contatto tra i nostri giovani e la prima squadra proprio per aiutare a crescere i nostri ragazzi. Solo uniti si vince”.

Elisa Cascioli