Marco Gaburro è al timone della Caronnese da poco più di un mese, da quando il suo predecessore e omonimo Marco Zaffaroni ha sposato un nuovo progetto. Veronese classe 1973, Gaburro ha già tantissima esperienza in panchina ed è stato scelto dalla dirigenza rossoblu per le sue qualità tecniche e anche umane. Il suo compito è quello di portare la Caronnese in Lega Pro, un campionato che il club avrebbe potuto disputare già nella stagione 2016/2017 se non avesse rinunciato per completare i lavori di sistemazione dell’impianto sportivo di casa. E la missione di Gaburro e dei suoi ragazzi, capitan Corno in primis, è già iniziata.

Domenica scorsa a Matera la Caronnese ha sfiorato il colpaccio e la qualificazione al secondo turno di Tim Cup. Cosa le ha lasciato questa partita e come ha visto la sua squadra?
Dal punto di vista sportivo, è indubbio che ci sia un po’ di rammarico per come siano andate le cose negli ultimi minuti della gara quando, avanti 1-0, abbiamo subito due gol e ci sia così sfuggito di mano un risultato prestigioso. Ma quello che avevo chiesto ai miei giocatori era la capacità di soffrire, di rimanere concentrati fino alla fine e di reggere alla pressione di un avversario e di un ambiente non certo semplici. E la risposta che ho avuto da loro è stata ottima, sono molto soddisfatto“.
Dopo le prime settimane di allenamenti, quali sono le sue impressioni sulla squadra? 
Quello che mi fa enormemente piacere è la disponibilità che i ragazzi dimostrano ogni giorno. Anche venerdì mattina, quando le condizioni meteo non sono state certo delle migliori, ci siamo allenati senza problemi e con la stessa intensità. Questo dimostra la grande cultura del lavoro che hanno e che negli anni precedenti è stata loro trasmessa da mister Zaffaroni. Quanto alla qualità, il gruppo ha elementi di grande valore ai quali negli ultimi giorni si sono aggiunti anche Marcolini e Martino che daranno un importante contributo alla nostra causa”.
Come descriverebbe la rosa che la dirigenza le ha costruito?
“La nostra è una rosa giovane ma direi anche che lo è al punto giusto per disputare un buon campionato di Serie D e provare ad essere protagonisti. Non tutti possono vantare giocatori come Corno, Patrini, Mair e Marcolini che sono di esempio ai più giovani dentro e fuori dal campo. Sono sicuro che sapranno trasmettere a tutti cosa vuol dire lavorare e lottare per risultati di alto livello”.
Ieri ad Inveruno c’è stato il primo test amichevole. Quali sono i prossimi impegni?
Prima di Ferragosto affronteremo Seregno e Pontisola, due compagini di categoria. Ho voluto solo test probanti per la mia squadra perchè credo che siano quelli a permettere ai ragazzi di crescere e a me di trarre indicazioni utili dal punto di vista tecnico e tattico”.
Come è stata la trattativa che l’ha portata alla Caronnese? Ha accettato la panchina ancora prima di sapere se avesse disputato la Lega Pro o la Serie D. 
La mia esperienza con il Pontisola si è conclusa al termine dello scorso campionato perchè avevo deciso di provare una nuova avventura e di cercare di migliorarmi ulteriormente. Così, quando ho ricevuto la chiamata della Caronnese, ho incontrato il ds Vago e sono stato scelto. Non me l’aspettavo, sinceramente, ma ne sono orgoglioso. Non avevo mai allenato in questa zona, si vede però che ero conosciuto e apprezzato anche qui”.
Ha cominciato ad allenare da giovanissimo e ha già un buon curriculum. Come è iniziata la sua carriera da mister?
“Ero un portiere, ma a 19 anni, dopo un brutto infortunio, ho appeso le scarpe al chiodo e ho deciso di allenare partendo dalle categorie giovanili nel Pescantina e poi nel Sona Mazza. Nel 2000 ho fatto un bel salto andando alla Poggese e guidando prima la Juniores e poi la prima squadra in Serie D, con cui ho vinto il campionato conquistando la promozione in C2. Nel 2002 mi ha chiamato il Mezzocorona in Serie D dove sono rimasto per tre anni, prima di trasferirmi in C2 al Portogruaro e nel 2009/2010 alla Primavera dell’Albinoleffe. Aurora Seriate e Pontisola sono state le mie due ultime tappe di una passione che, con il passare degli anni, è diventata il mio lavoro”.
Oltre al calcio, che cosa ama?
Amo  scrivere romanzi e saggi e nel 2004 ho pubblicato il libro “Calcio al calcio. Pallonate nel diario di un mister”. Inoltre, adoro cucinare”.

Laura Paganini
(foto Blitz)