Nel panorama, largamente deludente, rappresentato dai dirigenti, spesso affollato da dilettanti allo sbaraglio, figure meschine e personaggi incapaci persino della più elementare programmazione, ogni tanto sboccia, per fortuna, un fiore raro. Roba da estrarne il DNA e, potendo, metterlo a disposizione del mondo della pallacanestro.
L’ultimo “fiore” prodotto è una specie lacustre, nome botanico “Minettis Verbaniae”, nome anagrafico Matteo Minetti, general manager della Pallacanestro Verbano Luino, persona dotata di un eccellente back-ground tecnico, spiccate qualità relazionali e, soprattutto, grandissimo buon senso. Se la PVL la prossima stagione sarà ancora ai nastri della serie C2, pronta a dire la sua, buona parte del merito è di Matteo che, dagli inizi di giugno, ha lavorato di cesello per preparare la sua squadra all’improbabile, possibile e, infine, certo ripescaggio.
“Abbiamo passato un’estate tremenda, stretti in un continuo tira-molla fatto di certezze, dubbi, promesse mancate e speranze deluse in un isterico mattino dentro, pomeriggio fuori, sera non si sa. Tutto ciò – spiega Minetti -, fino a pochi giorni fa quando, finalmente, il consiglio federale ha accettato la nostra domanda di ripescaggio. Richiesta niente affatto scontata perchè, a differenza dello scorso anno, i posti erano contingentati, solo 7 per 9 domande di ammissione, e anche i criteri si sono fatti più rigidi. Così, l’essere ancora in C2 costituisce motivo d’orgoglio perchè, al di là delle valenze tecniche, significa che il nostro club si muove all’insegna di un rigore formale e finanziario che, in categoria, è frequentemente disatteso. Noi, invece, con passi molto misurati, evitando qualsiasi follia o salto nel vuoto ci siamo convinti che la nostra scelta – lavorare sui nostri giovani e dare loro spazio allestendo squadre con fortissima matrice indigena, sia quella più adeguata per un campionato come la C2. Detto questo, vorrei anche precisare che, qualora la nostra domanda fosse stata respinta, noi saremmo stati pronti e orgogliosi di disputare anche la serie D e, non caso, abbiamo costruito il gruppo indipendentemente dalla categoria puntando innanzitutto sulla conferma di due giocatori-cardine: Palazzi, playmaker assolutamente lussuoso il quale, ne siamo consapevoli, potrebbe “girare” agevolmente anche in C1 e Spertini, guardia di alto livello che, in uscita da Gazzada, ci ha detto subito di sì trovando, caso abbastanza raro, comoda anche la destinazione luinese, dal momento che Roberto di Laveno”.
Muoversi per la serie D, ipotizzando la C2. Non dev’essere stato semplice giocare su due possibili tavoli…
“Siamo stati agevolati dal fatto che gran parte dei nostri giocatori, a campionato appena finito e nonostante la retrocessione, ci hanno confermato la loro presenza. Gli unici che hanno lasciato il gruppo sono stati Stefano Garavaglia, ragazzo di grandissimo spessore tecnico e umano che ha scelto Tradate poiché giustamente ambizioso e desideroso di misurarsi in un contesto nuovo con più spazio a disposizione, e Fedegari che fino all’inizio del nuovo anno sarà all’estero per uno “stage” di studio. Così, il prossimo 24 agosto sul campo di Maccagno agli ordini del preparatore atletico professor Fausto Simonetta saranno presenti oltre a Palazzi e Spertini, anche Gubitta, Biason, Colombo, Gardini, Pehar, Luca e Andrea Vitella, Ferrari, Saredi, De Giorgi e Galluccio, altro elemento in costante crescita sul quale puntiamo tantissimo”.
Obiettivo a bocce ferme?
“Dare continuità ai nostri progressi – sei partite vinte nella stagione d’esordio, nove nell’anno-2 -, e nei fatti migliorare il risultato dello scorso anno. L’idea, seguendo queste tracce, potrebbe essere quella di mettere nel mirino la zona-playoff, ma realisticamente aggiungo che il traguardo primario sarà comunque raggiungere la salvezza: obiettivo tutt’altro che agevole perchè il livello medio del torneo si è alzato sensibilmente e – conclude Minetti -, ci sarà da faticare. E non poco”.

Massimo Turconi