Presupposti diversi, obiettivo comune. Alessandro Gherardi e Andrea Casiraghi arrivano alla Pro Patria attraverso percorsi opposti, ma con la stessa voglia di rilanciarsi o (più semplicemente) di lanciarsi. In entrambi le operazioni, regia e sceneggiatura portano la firma di Sandro Turotti che (a margine di rifinitura e convocazioni), si occupa degli onori di casa: “Già domenica si parlava della necessità di un esterno d’attacco. Lunedì ne abbiamo parlato e abbiamo chiuso per una trattativa che, in realtà, avevamo in caldo da tempo. Ringrazio Alessandro che ha accettato una categoria che non ha mai fatto. Ma per lui vale anche il fatto di aver giocato con il mister (all’AlbinoLeffe nel 2008, ndr). Quanto ad Andrea, non era in preventivo ma è stata un’opportunità che abbiamo voluto cogliere in chiave futura”.

Per l’ex Carrarese la conoscenza diretta del DS maturata proprio con i marmiferi è tutto fuorché un dettaglio: “Mi fido del Direttore. Aver accettato questa categoria significa credere in questo progetto. Mi manca il lavoro con la squadra anche se in queste settimane mi sono allenato da solo. Le mie caratteristiche? Sono un esterno destro d’attacco. A Carrara però ha fatto un po’ tutti i ruoli tranne questo, quindi…”. La risata è ammiccante. Quasi quanto quella sfoderata ricordando un precedente favorevole per lui. Meno per la Pro Patria: “Ero con il Pergocrema l’anno del playout (2009/2010), quando ci siamo salvati grazie a due pareggi”.

Nessun coltello da girare nella piaga per Casiraghi che approda allo “Speroni” dopo 5 anni con il Settore Giovanile del Milan. Tutto suo padre? Non proprio. “Sono una punta centrale con caratteristiche, se volete, simili a Paloschi o Ganz. Sono stato aggregato per qualche giorno al Taranto e quindi non sono così indietro di condizione”. L’ombra del padre Pierluigi è ingombrante sì, ma fino ad un certo punto: “Non posso negare che mi segua e mi consigli. Alla fine però le scelte sono sempre le mie”.

Mercato chiuso? Fuochino. Almeno secondo Turotti che accosta la porta, senza sbarrarla: “Preferirei non parlarne visto che siamo alla vigilia dell’esordio e ad un avvio con 5 gare molto dure. Comunque il mercato non è mai chiuso. Se ci sono delle occasioni, bisogna saperle sfruttare”. Giusto quello che è capitato con Gherardi e Casiraghi.

Giovanni Castiglioni