Il bon ton irrompe allo “Speroni”. Ma il Galateo di Monsignor Della Casa non c’entra proprio nulla. Più probabile si abbia a che fare con Mao Tse-tung. Quando Roberto Bonazzi, al termine del ruvido confronto con un gruppo di ultras, sbotta “E’ assurda una cosa del genere alla terza giornata. Non scherziamo. Forse il pubblico qui andrebbe educato”, intende una cosa ben diversa da quella che si potrebbe facilmente immaginare. Ma il solo fatto che la frase debba essere interpretata, significa che (forse), quella frase era meglio non pronunciarla. Il tema è (ovviamente) chiarissimo. E’ lecito contestare una squadra che ha messo insieme 5 punti in 3 partite? Assolutamente no secondo la società. Certamente sì per chi l’ha fatto. E per chi (leggiucchiando qua e là su social e dintorni), pur non avendo partecipato attivamente, approva tempi e modi della rampogna. La verità (come sempre) sta nel mezzo. Cioè nel diverso grado di pazienza a disposizione dei protagonisti. Quella dei tifosi tigrotti (nell’ultimo lustro), è stata messa a durissima prova. Meglio tenerlo presente. Anche da chi è appena arrivato.

Tornando a bomba, due domande a risposta secca. Serviva (e serve) davvero una scossa? Sì, senza alcuna esitazione. Poi, chi abbia la responsabilità di darla è ben altro paio di maniche. Ma gettare al vento una vittoria costruita nel primo tempo grazie a qualità e cifra tecnica palesemente superiori, non è materiale da squadra che ha la promozione nel mirino. Sempre che questo sia realmente l’obiettivo. E il pensiero di Turotti nel post partita lascia il tema in sospeso.
Un’ora alla Virtus Bergamo, mezzora al Lecco, un tempo al Caravaggio. Questa è la mancia lasciata sul piatto dalla Pro Patria in questo inizio di campionato. E la condizione atletica deve c’entrare il giusto se è vero che due volte si è concesso l’avvio, una l’epilogo. Quindi, per le motivazioni del blackout, meglio cercare altrove.

I ragazzi più giovani potrebbero subire un contraccolpo? Certo. Infatti al proscenio, ieri, è stato chiamato Bonazzi che ha spalle larghe ed esperienza (da giocatore) per comprendere che chiunque è vincolato ai risultati. L’allenatore più di tutti.
Evitando di drammatizzare quanto accaduto in campo ma cercando anche di non enfatizzare quello che è successo dopo. E tenendo bene a mente quanto dichiarato da Marco Bolis: “La Pro Patria del primo tempo è una squadra che fa paura”. Se lo dicono gli avversari…

Quasi esattamente 10 anni fa (era il 10 settembre 2006), la Pro Patria perdeva in casa 5-0 con il Monza. Il campionato era la C1, la giornata la seconda e all’esordio la formazione biancoblu (allora allenata da Marco Rossi), aveva perso di misura a Pistoia. A margine della gara, aspra contestazione con tanto di famiglia Vender messa alla berlina. Da lì in avanti, 10 punti in 4 partite battendo (tra le altre) anche il Grosseto di Max Allegri che a stretto giro di posta sarebbe stato esonerato. Senza approvare certi eccessi (e ci mancherebbe), la riflessione risulta inevitabile.
Ogni tanto in famiglia, far volare gli stracci, ha anche i suoi benefici.

Giovanni Castiglioni