L’anno scorso fu una salvezza sudata ma fortemente voluta, acciuffata all’ultimissima giornata, quest’anno il cambio di mister e l’inserimento di nuovi giocatori di spessore per non arrivare con il fiatone e per cercare di mettere in tasca il prima possibile la permanenza in questa categoria: stiamo parlando della Castanese di mister Colombo, squadra inserita nel girone A di Promozione.
Partiti col turbo, 7 punti nelle prime tre gare, è arrivata poi una flessione che nelle altre tre partite è valsa zero punti ed un solo gol all’attivo.
colombo mister castaneseCon uno sprint iniziale così, anche inaspettato per certi versi, ci è venuta l’acquolina in bocca, ma poi siamo tornati subito con i piedi per terraesordisce mister Colombo – non ci sono drammi in corso, perché comunque le sconfitte hanno visto una squadra viva, che ha fatto degli errori ma che non ha subito goleade, ora però bisogna tornare a fare punti perché il calcio è questo”. Un’iniezione di fiducia è arrivata anche dalla coppa, con la vittoria su Magenta ed il passaggio del turno: “Sicuramente la coppa fa morale, ma più che il risultato in sé la prestazione, che è stata buona, poi mi permette comunque di far girare tutti visto che siamo in 24, ma non dimentichiamoci che il nostro primo obiettivo resta il campionato”, conferma Colombo. Ventiquattro giocatori, un gruppo folto che ha preferito rimanere su questa piazza piuttosto che andare altrove, dove magari avrebbe avuto più spazio, a dimostrazione del fatto che la Castanese è molto Squadra. Se però al tecnico gli si chiede chi potrà essere decisivo, risponde così: “Questo è un ottimo gruppo, si lavora bene, abbiamo fatto acquisti importanti, come Izzo che è partito a mille, ma non dimentichiamoci di Saramin, un giocatore non più giovanissimo ma di una qualità infinita, peccato perché ha avuto qualche acciacco fisico ma sta trovando la condizione e sono certo che farà ancora la differenza, l’ho fortemente voluto per le sue doti da “professionista”, e mi basta osservarlo in allenamento per capire che è proprio così”.
caristina castanese_1Viaggia sulla stessa lunghezza d’onda il capitano Matteo Caristina, che onorato della fascia alla prima di Coppa, si è subito messo nei panni di leader: “Questa fascia è un motivo d’orgoglio ulteriore, soprattutto considerando il fatto che sia stato Naggi, l’ex capitano, a mettermela al braccio all’inizio dell’anno, mi fa piacere indossarla, è un responsabilità ulteriore ma anche l’esser visto come un esempio, perciò non posso che ringraziare la società e il mister per tale riconoscimento”. Difensore che non dimentica mai negli spogliatoi né grinta esperienza, spiega così i tre passi falsi consecutivi dei neroverdi: “Non possiamo nasconderci, la colpa è solo nostra, perché con Mariano non siamo proprio scesi in campo, contro l’Uboldese avremmo meritato di più ma ci è mancata quella cattiveria sotto porta che loro hanno avuto e che ci ha punito, mentre Castellanza è una corazzata che sta dimostrando di essere la più forte in questa categoria, anche se non abbiamo demeritato, in generale c’è stata una flessione, qualche assenza non ha aiutato, siamo però prontissimi a rialzarci e a riprendere il nostro cammino… Un cammino che porterà a…A salvarci il prima possibile spero, queste sono le nostre intenzioni, poi tutto ciò che verrà in più sarà ben accetto, in generale siamo una squadra che può dar fastidio a tutti e ci proveremo già domenica contro Gavirate, ma ragioniamo partita dopo partita e vediamo che succede”. Non può mancare, infine, qualche pronostico: “Castellanzese penso sia la favorita, ma per la zona playoff vedo bene anche Olimpia, Gavirate e Uboldese, Cairate e Besnatese sono giovani ma non tradiranno le aspettative; io però mi tengo stretta la mia Castanese, un ambiente bellissimo, una società seria e familiare, e devo dire che da questo punto di vista, guardando anche al mio passato, sono proprio fortunato”.
Si dice che la fortuna stia dalla parte dei più abili, e se tanto ci dà tanto, non sarà difficile per la  Castanese raggiungere quegli obiettivi tanto agognati, né “dare fastidio a chiunque”, puntando, perché no, anche sull’imprevedibilità di questo sport, che poi è il bello del calcio.

Mariella Lamonica