Genoa, Milan, Inter, Ponte San Pietro Isola. Cos’hanno in comune? Oggi, poco o nulla. E, per la verità, neppure ieri. Per trovare dei punti di contatto basta però tornare all’origine dei club e ai rispettivi fondatori. In tutti e quattro i casi (ma ce ne sarebbero degli altri), la fondazione societaria si deve infatti a degli sportivi e filantropi stranieri.

Inglesi per il Grifone; ancora inglesi (e alcuni italiani) per il Diavolo; britannici, svizzeri ed italiani per i nerazzurri.
Manca il Ponte San Pietro Isola. Già, la storia della società brembana è in piccolissima parte sovrapponibile (quanto ai natali) a quella delle più titolate squadre sopra citate. Il sodalizio biancoblu nasce nel 1910 come Società Sportiva Vita Nova grazie alla comune passione per il calcio di un gruppo di studenti locali e di alcuni operai svizzeri della ditta Legler, cotonificio allora fresco di delocalizzazione ante litteram dal Canton Glarona. Di fatto, un dopolavoro aziendale. Tanto che il prossimo avversario in campionato della Pro Patria (domenica ore 15) ebbe come primo presidente il commendator Matteo Legler (cui verrà poi intitolato lo stadio), numero uno anche della tessitura omonima. Il periodo sportivamente più luminoso è quello a cavallo del secondo conflitto mondiale quando la Pro Ponte (sigla acquisita durante il ventennio) gioca 8 campionati di Serie C e uno addirittura di B (nuovamente come Vita Nova nel 47/48 con player manager il portiere ligure Secondo Lanfranco). Proprio di quegli anni sono anche gli unici incroci con i tigrotti: due vittorie bustocche (4-0 e 0-2) nella stagione 39/40.

Curiosamente, una certa vocazione esterofila si è mantenuta anche ai giorni nostri. Nella rosa attuale sono infatti 3 i giocatori provenienti da federazioni straniere. Il centrocampista dominicano Vinicio Espinal (34 anni e 10 presenze in A con l’Atalanta oltre a una settantina in B), la talentuosissima ala brasiliana Ferreira Pinto (37 anni da compiere, 6 stagioni in A e altrettante in B con Atalanta, Perugia, Cesena e Varese) e l’altro attaccante verdeoro Joelson (classe ’83 fratello minore di Inacio Pià oggi al Darfo Boario e l’anno scorso meteora alla Pro Patria). I primi due dovrebbero essere in campo anche domenica nel 4-3-3 abitualmente utilizzato dal tecnico Giacomo Curioni, 35enne erbese ex Juniores del Lecco al primo anno sulla panchina ereditata da Marco Gaburro, passato alla Caronnese.

Peculiarità dei bergamaschi, la presenza di un portiere over (Mirko Pennesi, uno dei 6 estremi difensori titolari non under del Girone B di Serie D) e l’età media piuttosto elevata nonostante i numerosi under (6) generalmente impiegati: 24,36 anni nell’ultima giornata. Ottavo undici più vecchio dietro (nell’ordine) a Virtus Bergamo, Darfo Boario, Seregno, Scanzorosciate, Levico Terme, Dro e Olginatese. Media evidentemente “sballata” dai tre ultratrentenni di cui sopra.

Dopo aver siglato 13 reti nelle prime 5 uscite, il Ponte San Pietro Isola ha bruscamente frenato nelle ultime 2 giornate. Pareggio 1-1 a Monza (d’accordo, non esattamente una gara agevole) e, soprattutto, 1-0 rimediato a Grumello contro una squadra che fino ad allora ne aveva perse 5 su 6 riuscendo a segnare solo al Darfo Boario. Un chiaro segnale di appannamento per una formazione che ha comunque ottenuto 9 dei suoi 10 punti sul terreno amico. Il campanello d’allarme, in ogni caso, sembra essere già suonato.
Non più tardi di un paio di settimane fa il DS Fiorino Pepe aveva infatti dichiarato: “Abbiamo costruito un gruppo forte in grado di salvarsi con tranquillità: non temiamo nessuno e i risultati si stanno già vedendo”. Insomma, obiettivi diversi, ma crisi di crescita analoga a quella che sta vivendo anche la Pro Patria. Chi riuscirà ad uscirne prima è la domanda in calce alla sfida di domenica.        

Giovanni Castiglioni