Fabiola Molina è una straordinaria nuotatrice proveniente dalla Terra del Samba e del Pandeiro. Brasiliana di Sao Josè  Dos Campos, plurimedagliata ai Giochi Panamericani, inserita nella squadra verdeoro olimpica per Pechino 2008, ha colorato un pomeriggio autunnale presentandosi, con il marito Diogo, presso il campetto in sintetico”Speroni” dello stadio Franco Ossola.
Ospite dell’amico Alberto Frattini, si è trattenuta tra le Prealpi per circa una settimana, allenandosi tra le acque bosine. Come poteva la nostra Nanà Das Aguas tornarsene in Brasile senza aver conosciuto il vero Reverendo Verdeoro in terra lombarda?!? Detto, fatto. Stupisce che, oltre a padroneggiare il dorso e la farfalla, non cammini pure sull’acqua. Simpatica, solare, estasiata dai bimbi che giocavano sul campo. Ma incredula nello scoprire un pazzo come il sottoscritto, ammantato di cultura, musica, futebol brasileiro. Baci, abbracci, risate e promesse di incontro in Brasile. La Rainha Do Mar paulista ci ha conquistati tutti! E forse la sua grazia avrebbe evitato una brutta fine ad un incauto scultore peruviano incappato, suo malgrado, in una colossale cantonata durante la cerimonia di inaugurazione del campo di calcio di una delle maggiori Favelas di Sao Paulo. Dopo mesi di duro lavoro e di fatiche erculee per reperire i danari sufficienti, finalmente tutto è pronto per consegnare alla favela il tanto sospirato campo di calcio. La religione, il Carnevale ed il futebol formano una Santa Trinità della cultura popolare brasiliana e qualsivoglia struttura, sportiva, commerciale od abitativa, va rigorosamente consacrata. Bande musicali, gruppi di capoeira, scuole di samba insieme alle più alte autorità cittadine sfilano in pompa magna per celebrare degnamente l’evento. Alcuni calciatori, che in passato vestirono la casacca della nazionale verdeoro, dal palco mostrano la loro soddisfazione, i bambini salutano con urla festose il tanto sospirato spazio sportivo. La cerimonia prevede la scopertura della statua che raffigura Yemanjà, la dea del mare, sincretizzata con Maria Ausiliatrice, alla quale il campo di calcio è consacrato. La statua è opera di un artista minore peruviano, discreto scultore, poco avvezzo alle magie calcistiche, pressoché sconosciuta l’esistenza di campionati, certamente più a suo agio con liquori di varia natura.
Terminati i discorsi di rito, il pronipote di Bacco si appresta a calare il telo che copre la sua opera. Pregusta ovazioni, inni di saluto, peana di riconoscenza. Cade la copertura. Un freddo polare pervade i presenti. Sgomento. Terrore. E poi rabbia. Il pover’uomo non capisce, deve solo fuggire, inseguito persino dalla Polizia animata da fair play da sberle. Non capendo un accidente di calcio, aveva dipinto sulla statua la maglia del Boca Junior, squadra argentina, acerrima nemica proprio dei paulisti.

Marco Caccianiga