Domenica il Varese va a far visita al Legnano che, promosso la scorsa stagione tramite i playoff, si ritrova ultimo in Serie D con soli 5 punti raccolti in undici gare. I risultati negativi hanno scatenato le ire dei tifosi lilla che oramai da tempo contestano la famiglia Paolillo che è a capo della società. Battere il Varese per rinascere e ritrovare fiducia, è questo l’obiettivo dei padroni di casa. Ecco il pensiero del patron Gaetano Paolillo.

Classifica opposta per le due squadre, ma si sa che i derby sono sempre un campionato a parte. Che sfida si aspetta?
“Voglio fare una premessa, ritrovarci a giocare questa sfida dopo un anno, in Serie D, significa che noi abbiamo fatto una qualcosa di speciale. Lo scorso anno non dovevamo vincere per forza, ma volevamo disputare un buon campionato, aver vinto è motivo di soddisfazione e di orgoglio. Domenica sarà una partita sicuramente difficile tra due squadre con obiettivi completamente diversi. Il Varese punta ai primi posti, noi a salvarci anche all’ultima giornata. Purtroppo la forbice si è allargata troppo e siamo rimasti un po’ indietro. Sarà una partita importante per i punti in palio e per la rivalità tra le due piazze, dobbiamo assolutamente cercare di vincere perché la nostra classifica ne ha bisogno”.

Tifosi: quanta affluenza si aspetta? Sarà una bella cornice di pubblico che non si vede spesso in queste categorie…
“Da Varese arriveranno in molti, purtroppo a causa della nostra classifica deficitaria non ci sarà un grande pubblico lilla. I tifosi dovrebbero capire l’importanza di essere vicini anche quando si è ultimi e non solo quando si vince. Ne abbiamo bisogno. Sarà comunque una giornata ricca di fascino”.

Il suo rapporto con gli ultras del Legnano è turbolento: cosa c’è che non va?
“Per la mia famiglia, quella di guidare un club è stata la mia prima e sarà anche l’ultima esperienza. Il cuore ci ha spinto ha raccogliere l’eredità di un Legnano che stava fallendo, io volevo solo dare una mano e ci hanno supplicato di prendere in mano la situazione. Con le nostre risorse e la nostra capacità siamo riusciti ad aggiustarla e abbellirla e sul campo abbiamo ottenuto un qualcosa che era inimmaginabile. In un anno e mezzo abbiamo raggiunto un traguardo importante come la Serie D. Purtroppo ci contestano da due mesi, questo penso che sia una cosa vergognosa. Le proteste dovrebbero esserci alla fine della stagione, non in partenza. Per me è cambiato tutto da quando ho sentito gli insulti rivolti a mia figlia Vanessa (che del Legnano è presidente ndr). A volte mi pento di aver preso in mano al Legnano, ma poi penso che oltre alle venti/trenta persone che ci insultano, c’è una città dietro. Non meritavamo le contestazioni, ma un aiuto. Chi non ci sostiene è un ignorante e noi non ci fermiamo davanti alle minacce, anzi, andremo avanti per il rispetto che abbiamo dei ragazzi, di noi stessi e della gente che lavora con noi, poi, come vogliono i tifosi, lasceremo la società a qualche legnanese. Ce l’hanno con me perché sono di Varese, ma sinceramente sono orgoglioso di vivere a Varese, non mi offende per niente. Andassero a rivedere la storia degli ultimi 6 anni; sono rimasti senza calcio, ripartiti prima categoria con grave difficoltà economiche. Nessuno di Legnano è stato disposto ad aiutare, noi sì, mettendoci in gioco in toto… questo è il ringraziamento”.

Di cosa ha bisogno la rosa dal punto di vista del mercato?
“Sto pensando alla prossima partita e non al mercato e lo farò sempre. A inizio stagione abbiamo compiuto delle scelte e andremo avanti con quelle. Voglio dai miei ciò che non mi hanno dato finora; credo in loro e per questo non faremo stravolgimenti. I conti si faranno alla fine”.

Come sta lavorando mister Salvigni?
“E’ una persona molto preparata. Essersi ritrovato da un giorno all’altro dal campo alla panchina non è stato facile per lui e non è stato aiutato dai risultati; è stato catapultato e si è messo in gioco. Lavora e crede nei suoi ragazzi più di tutti”.

Elisa Cascioli