Il mio amico ed eccellente collega della Prealpina Giuseppe Sciascia ha ragione. Il “mitico” Giesse, a proposito di Simone Giofrè, direttore dello scouting internazionale della Pallacanestro Varese ha coniato una bella definizione: “Gli occhi della Cimberio”. Sempre spalancati sul mondo, aggiungo io.

Simone Giofrè, 34 anni, canturino doc. E' il personaggio che il presidente Cecco Vescovi andava cercando fin dal primo giorno del suo ingresso nei ruoli dirigenziali del sodalizio varesino ed ora, il presidente, c'è riuscito: ha scelto uno dei più importanti e qualificati in materia.
“Sono da sempre nel mondo del basket e la pallacanestro è l'unica, grande, passione della mia vita. Ho iniziato a coltivarla fin dal piccolo nella Pallacanestro Cantù, società con cui prima ho percorso tutta la trafila delle categorie giovanili e, poi, per una decina d'anni, dal 1999 al 2009, ho lavorato ricoprendo diversi incarichi: addetto stampa, responsabile del marketing, organizzatore di eventi, direttore della comunicazione e negli ultimi anni, ho affiancato Bruno Arrigoni, aiutandolo nel suo lavoro di  scouting. Nel 2009 ho scelto di mettermi in proprio lavorando come consulente esterno per diverse società, ma l'estate scorsa ho fatto i salti di gioia e accettando immediatamente l'incarico prospettato da Cecco Vescovi ho firmato un rapporto di esclusiva con la Cimberio”.

Perché proprio Varese?

“Ragioni emotive e professionali. Tra le prime rientra certamente il prestigio di lavorare per una società che ha scritto la storia della pallacanestro italiana ed europea. Invece, sotto il profilo professionale, essere direttore dello scouting per una società, significa avere responsabilità vere, partecipare a tutte le scelte e, quello che più conta, essere coinvolto al 100% in un progetto tecnico. Da consulente questo non accade perché non ti è offerta la possibilità di vivere la quotidianità né, in buona sostanza, di sentirti parte importante dello staff tecnico. Infine, aspetto “leggermente” fondamentale, Varese mi cercava con insistenza da parecchi mesi e Cecco Vescovi, in questo periodo, mi ha sempre fatto sentire apprezzato e stimato. Insomma: mi sembra che i motivi per dire sì e accettare fossero più che sufficienti”.

Contento del ruolo che ricopri qui a Varese?
“Moltissimo. Sia perché mi piace pensare al mio ruolo come quello di un allenatore non allenante, sia perché l'essere coinvolto e il poter condividere un progetto mi riempie di soddisfazione. Poi, a margine, devo dire che lavorare in compagnia di grandi professionisti come Recalcati e Vescovi è davvero gratificante perché entrambi credono nell'importanza del mio incarico e mi hanno sempre dato fiducia e sostegno”.

Da ex-canturino ti chiedo di giocare in anteprima il derby.
“E' sotto gli occhi di tutti: “beccheremo” Cantù in forma splendida, galvanizzata dopo la bellissima vittoria ottenuta contro Milano, e intenzionata a recuperare i punti persi in campionato. Però, noi ci siamo dati un impegno, difendere il fortino di Masnago contro tutto e tutti. Cantù è fortissima, lo sappiamo, ma la Cimberio ha le carte in regola per mettere in difficoltà la Bennet e, di più, ha un cuore immenso che, per un'occasione speciale come il derby batterà al 150%. Solo per vincere”.

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