D come degno; come delizioso, deludente (a volte…); detonante, devastante; duttile; diamantato, difficile, delizioso.
D come serie D, girone D, campionato che manda in scena ben 10 formazioni varesine, quindi individuo più, individuo meno, circa 250 persone tra giocatori, staff tecnici, preparatori atletici, staff sanitari e dirigenti. Un discreto plotone di appassionati pronto a muoversi in un campionato che offre fortissimi spunti di contrasto.
Vedi la presenza di squadre danarose e ambiziose che interpretano la categoria come puro punto di passaggio, accanto a formazioni abbonate da anni alla categoria, accanto infine a team formati da giovanissimi che usano la serie D come primo trampolino di lancio verso categorie più impegnative e performanti. Tutte situazioni da descrivere partendo, ça va sans dire, dalla capolista Hydrotherm Busto Arsizio.

“Sono abbastanza contento per come sta andando la prima parte di stagione perchè – spiega Gianni Nava, coach di Busto -, checchè se ne pensi, non è stato per niente facile, e non lo è tuttora, assemblare le diverse anime che compongono il mio gruppo. Arduo il compito di mixare giocatori esperti, provenienti da scuole tecniche diverse, insieme a giocatori indigeni che lo scorso anno hanno fatto molto bene ma nel campionato di Promozione, insieme a ragazzi ancora Under che si affacciano per la prima volta al livello senior. Però, la classe, l’esperienza e il talento di alcuni, uniti alle grandi motivazioni e alla straordinaria voglia di lavorare, migliorare e crescere di tutti ci hanno dato una mano nel trovare rapidamente un’efficace quadratura del cerchio. Il dato numerico – fin qui 10 vinte e 1 persa -, è soddisfacente, ma non significa assolutamente nulla in un campionato ancora lunghissimo e, soprattutto, in una stagione in cui, una volta raggiunti i playoff, toccherà rimettere tutte le “fiches” sul tavolo e ricominciare da zero”.
Il tuo parere sul girone?
“Prima cosa da sottolineare: il livello di competizione mi sembra decisamente elevato e, di sicuro, la consistente presenza di giocatori che negli anni scorsi hanno frequentato categorie superiori rappresenta un beneficio sia dal punto di vista tecnico, sia per lo spettacolo. Detto questo, ci sono diverse formazioni che ci hanno dato, e ci daranno in futuro, filo da torcere. Per esempio Cavaria che, con pieno merito, ci ha inflitto l’unica sconfitta stagionale e Malnate che annovera diversi giocatori di alto profilo come Moscatelli, Lucarelli o Mapelli, attualmente ai box. Tutto ciò per dire che non dovremo dare nulla per scontato anche perchè lo scalpo della prima della classe fa gola a tutti ed è un elemento in grado di rendere prestigiosa una stagione”.
In cosa dovete ancora migliorare?
“In tutti i meccanismi del gioco visto che, giova ricordarlo, la mia è una squadra che si conosce solo da quattro mesi. Però, l’atmosfera in allenamento è buonissima ed è davvero bello vedere i giocatori più esperti pronti a dare una mano ai più giovani insegnando loro come ci si allena, come ci prepara alle partite e, in definitiva, come si sta in campo”.
Argomento giovani: funziona la D come campionato di formazione? Chi hai notato meritevole di menzione?
“La mia risposta è sì, potrebbe funzionare e pure alla grande. Peccato che poi, sul parquet, i giovani “veri”, quelli che hanno tra i 16 e i 20 anni, sono pochini. Tra questi, specificando che non ho ancora affrontato il Campus, team-laboratorio per definizione, ho apprezzato Viganò, giocatore di Corbetta, un ’97 che tiene il parquet con un passo davvero interessante”.
Busto da sempre numero 1 del ranking e grande favorita, ma per arrivare dove?
“Il traguardo a medio termine è quello di mantenere il primo posto in classifica per avere, nei playoff, sempre il vantaggio del campo. Oltre con lo sguardo non vogliamo andare anche perchè negli altri gironi ci sono squadroni, un nome per tutti Voghera, davvero impressionanti. Preoccuparsene adesso – conclude in tono tranquillo Nava -, non ha senso”.

Massimo Turconi