Dopo il convincente successo su Reggio Emilia e la sconfitta interna in coppa contro il Neptunas, Varese torna in campo in campionato per la trasferta sul campo della Dolomiti Energia Trentino (domenica 18/12, ore 18.15). Le due formazioni non hanno vissuto un esaltante inizio di stagione e sono appaiate in classifica con appena quattro successi in undici incontri. Una sfida che, dunque, suona di ultima chiamata per il treno Final Eight. Ed è proprio da qui che parte coach Paolo Moretti nella sua analisi pre-partita:

“Chi tra Trento e Varese – ha spiegato il coachconquisterà la vittoria potrà continuare a coltivare le ambizioni per una competizione sempre affascinante. La classifica è ancora molto corta, per cui tutto è possibile. Noi siamo un po’ in difficoltà dal punto di vista fisico: non ci alleneremo al completo in vista di questa gara. Bulleri ha un fastidio al tallone e Ferrero ha un’infiammazione, speriamo che per entrambi queste 48 ore che ci separano dalla partita siano sufficienti per scendere in campo”.

Ma quelle di Ferrero e Bulleri non sono le uniche situazioni precarie: Anosike e Kangur hanno patito degli affaticamenti, Pelle ha un problema a una spalla e Eric Maynor sta guarendo da un virus intestinale. Niente, comunque, lascia presagire che ci saranno degli assenti per domenica. Moretti dovrà semplicemente giostrare i suoi effettivi in base alle condizioni fisiche che dimostreranno di avere durante le fasi di avvicinamento al delicato match.

L’allenatore della Openjobmetis ha poi analizzato le caratteristiche dell’avversaria: “Il loro basket è fatto di grande energia, ritmi alti, difesa forte e attacco immediato. La loro mentalità prevede di attaccare subito, anche da canestro subìto. A differenza di molte squadre italiane non abusano del pick and roll. L’assenza di Jefferson? Sicuramente Johndre è un giocatore che dà una grande mano in aiuto difensivo e, in attacco, come rollante, ma Buscaglia ha comunque delle armi a disposizione e potrà rimescolare le sue carte per avere un assetto competitivo”.

“La fisicità di Trento – ha proseguito il coach biancorosso – è una delle insidie principali di questa partita. Io però ne faccio una questione mentale: il desiderio di resistere alla durezza fa la differenza più della taglia e della stazza. Dobbiamo essere pronti a resistere quando dovremo subire e usare la stessa moneta quando ci sarà da attaccare. Dobbiamo mostrare il corpo in ogni situazione di contatto e porre attenzione nella transizione difensiva. È questo l’atteggiamento mentale che abbiamo bisogno di mettere in campo”.

Uno dei giocatori per cui si prospetta uno scontro difficile è Eric Maynor, che se la dovrà vedere con un mastino di nome Aaron Craft. “Craft e Forray – ha risposto Moretti – sono i due migliori playmaker della Serie A in difesa. Per Eric sarà una prova molto dura: questi due giocatori mettono pressione in difesa, sanno attaccare il ferro, giocano in transizione e all’occorrenza vanno anche in uno contro uno. Da Maynor mi aspetto una prova importante: è uno dei nostri migliori giocatori e la nostra point guard più efficace”.

“Un’impressione su Dominique Johnson? Nella sua presentazione ha espresso un concetto umile e intelligente: deve capire e conoscere il basket italiano. L’impatto per lui – ha continuato Moretti – sarà duro perché Trento ha giocatori fisici negli esterni, Craft e Lighty su tutti. Giocatori come Dominique, che hanno background ed esperienza europea, possono comunque accorciare il tempo necessario per l’inserimento. Spero che possa non solo far sfoggio del suo talento, ma anche appoggiarsi ai compagni”.

In ultima battuta, il coach ha analizzato le critiche piovute in seguito al secondo tempo del match di coppa contro Klaipeda: “Abbiamo giocato venti minuti al massimo delle nostre possibilità, nel primo tempo è stata una partita vera. Maynor non ce la faceva più e quindi abbiamo dovuto tenerlo fuori nella seconda metà di gara, ma per il resto siamo scesi in campo con il miglior quintetto possibile a inizio terzo quarto. Ho preferito Pelle ad Anosike perché OD era affaticato e Norvel aveva giocato solo 9 minuti domenica”.

Kangur è rimasto in panchina perché oggettivamente Canavesi e Ferrero, nel ruolo di quattro, stavano facendo bene. L’unico giocatore che poteva essere impiegato di più – ha concluso Moretti – nel quarto periodo era Eyenga: aveva ancora energie, ma a quel punto abbiamo ritenuto che la partita fosse ormai compromessa. In coppa le nostre rotazioni, così come quelle delle altre squadre, sono più ampie. Gli avversari di mercoledì si sono rivelati molto tosti, all’altezza delle aspettative. Non è vero che non ci abbiamo provato”.

Filippo Antonelli