Il futuro è alle porte e domani è già qui. Un altro anno è già passato e, come ogni 365 giorni, le speranze verso quello nuovo sono sempre tante. Il 2016 ha regalato al Varese tante gioie: vittoria del campionato di Eccellenza, primato in Serie D. Quali sono le prospettive per il 2017? Lo chiediamo ad Aldo Taddeo, volto nuovo nell’organigramma societario che dapprima si è avvicinato al settore giovanile del club biancorosso grazie a Massimo Scodellaro che del vivaio è team manager, per poi diventare il vicepresidente dando un concreto aiuto economico. Il secondo passo c’è stato dopo aver conosciuto il direttore generale Paolo Basile che lo ha fatto letteralmente appassionare. Dopo anni di attività all’estero, l’amministratore delegato di Herax, che si occupa di rilanciare aziende in difficoltà, è tornato in Italia in pianta stabile e ha deciso di aiutare il Varese.

“Questo ambiente mi è subito sembrato serio, integro e con valori – ci dice -, è per questo che ho deciso di dare maggiore solidità ad una bella realtà in cui tutti sono sia appassionati che competenti”. E la squadra? “Un grande gruppo, amministrato da un ottimo allenatore che sa farsi valere. Allo stadio c’è un’atmosfera bellissima con tante famiglie, ragazzi e anziani uniti dagli stessi colori”.
Un primo bilancio? “Sono qui da troppo poco e non ho nessun merito sui risultati ottenuti finora”.

Con il suo arrivo sono state ridisegnate le quote societarie con Basile e Taddeo che, insieme, ne hanno la maggioranza. “Le società di calcio devono essere governate come fossero delle aziende, con organizzazione e professionalità e soprattutto facendo in modo che i conti tornino”. Gli obiettivi di Taddeo sono chiari: “Il vivaio deve essere strutturato, ci devono essere relazioni con le squadre di Serie A e dobbiamo essere bravi ad attirare altri imprenditori”.

Il primo obiettivo del 2017 è arrivare in Lega Pro, e poi? “E poi più su. Il mio è un progretto a lunga gettata, con un piano pluriennale mi piacerebbe riportare il Varese in Serie B”. Nessuno è capace di prevedere il futuro, ma è lecito immaginare che quella di Taddeo sia una figura che destinata a prendere sempre più poteri decisionali? “Non sarò io a deciderlo, ma il Cda” conclude.

Elisa Cascioli