Dopo la vittoria conquista contro Desio (61-53 il risultato finale), il Basket 7 Laghi Gazzada sabato sera sarà di scena a Mortara per vedersela contro la prima della classe e Andrea Gorini, “fosforico” playmaker gialloblu, descrive in questi termini il periodo vissuta dalla sua squadra: “Alla vigilia di un big-match come quello che ci attende contro Mortara – dice Gorini -, dovremo ricordare con attenzione le cose buone mostrate contro Desio. Diversi aspetti positivi che, partendo da un eccellente atteggiamento difensivo, ci hanno permesso di controllare la gara, lasciare ai brianzoli un misero 29% dal campo (Gazzada 43%) e nascondere la mancanza di fluidità e continuità che ancora ci condiziona”.
Continuità sembra essere la parola-chiave del vostro scorcio di stagione: accanto a prestazioni di alto profilo in attacco, avete prodotto altre gare da dimenticare. Ma, fuori dai denti, qual è il vostro vero volto?
“La vera fotografia di Gazzada è quella di una squadra che, forte dei suoi incredibili tiratori può essere micidiale in attacco, ma quando riesce a proporre la giusta intensità sa essere impenetrabile anche in difesa. In poche parole potremmo essere, e certamente lo diventeremo, una squadra che, grazie ad equilibrio ed esperienza, potrà vincere le partite sui due lati del campo”.
Perchè le sue parole sono proiettate nel futuro?
“Semplicemente perchè il gruppo conta elementi nuovi e deve ancora lavorare tantissimo per migliorare la conoscenza reciproca e costruire meccanismi efficienti e rodati. Oggi non siamo nemmeno al 50% del nostro potenziale e in attacco come in difesa commettiamo ancora errori veniali che sono frutto di coesione non ancora perfetta”.
Certe cose, anche se nate per caso, non te le stacchi più e col passare del tempo finisci col farci l’abitudine. Andrea Gorini, 31 anni tra pochi giorni, si porta addosso fin da quando era bambino uno “strano” soprannome: Jure e con questo calca felicemente, e in modo più che onorevole, i parquet della serie C1. “Ero un ragazzino e – ricorda Gorini -, coach Pino Pinelli per non so quale ragione trovò una somiglianza tra il sottoscritto e Jure Zdovc, playmaker della Slovenia e della Virtus Bologna. In un attimo diventai Jure. Ancora oggi, a tanti anni di distanza, gran parte del mondo del basket mi chiama in questo modo ed io ne sono più che felice”.
Felice anche, immagino, per il cammino di Gazzada che sabato lancerà la sfida alla capolista.
“Felice e sereno perchè, anche se nel nostro ambiente non c’è “pressione”, ognuno di noi vuole comunque raggiungere il top e in questo senso – conclude Jure -, il match contro Mortara – da seguire il trio delle meraviglie Mossi-Cavallaro-Del Sorbo -, rappresenta proprio un bel test”.

Massimo Turconi