Giocare, o non giocare, questo è il dilemma. Probabilmente, a Lecco il dubbio non l’hanno mai avuto. E l’ordinanza del sindaco Virginio Brivio che, sancendo l’inagibilità del “Rigamonti-Ceppi” (nella foto, le condizioni del campo ieri), ha sollevato il club bluceleste dall’obbligo di sgomberare l’impianto da neve e ghiaccio, è stato il bypass alle normative di Lega.
Della serie, altrove (Dro e Darfo), si sono mobilitati i volontari. Sotto il Resegone, si è mosso il primo cittadino. Capita. Soprattutto quando è in atto un esercizio provvisorio che delega le priorità della gestione societaria ad un curatore fallimentare (nello specifico, il dottore commercialista Mario Motta). E le sinergie tra calcio e politica locale diventano inevitabili. Circostanza già osservata anche alle nostre latitudini 8 anni fa. Quindi, meglio farsene una ragione.

Chi ci ha davvero guadagnato? Per le condizioni del campo, verrebbe da dire la Pro Patria. Vista la superiore cifra tecnica, meglio giocarsela su un terreno regolare. Quanto al resto, lo scenario è piuttosto chiaro. A Bonazzi manca ancora Bortoluz e Mauri sarebbe stato ieri di rientro. Ma il ferro va battuto quando è caldo e, dopo il successo sulla Virtus Bergamo, quello tigrotto era rovente.
Dall’altra parte, la mezza dozzina di tesseramenti in stand by renderanno il Lecco decisamente più pericoloso quando il match verrà recuperato. Il che potrebbe fare da didascalia all’ordinanza di cui sopra. Come dire che dove (da solo) il calcio non può arrivare, ci pensa la politica. Magari succedesse anche a Busto.

In realtà (forse), sta già succedendo. Sabato mattina Patrizia Testa ha infatti incontrato alcuni esponenti della politica bustocca. Oggetto del rendez-vous? Top secret. Anche se lo si può facilmente immaginare. La prima risposta (o il primo abbozzo di risposta) ai numerosi appelli che la numero uno biancoblu ha lanciato a più riprese in questi mesi. Serve una mano. Qualunque categoria si troverà ad affrontare la Pro Patria nella prossima stagione. E chi più e meglio della politica locale (va da sé, nel rispetto delle proprie competenze) può fare da filtro con il territorio? Insomma, via Cà Bianca chiama, Palazzo Gilardoni risponde. La linea sembra essere libera.           

Giovanni Castiglioni