Ti bastano pochi minuti per guardare “dentro” Davide Viceconti, coach della Motrix Cavaria, buona protagonista del campionato di Serie D. Pochi minuti per capire come e perché nel caso di Viceconti la simbiosi tra club, tecnico e giocatori sia totale. Assoluta. Inossidabile. Pochi minuti per comprendere che dietro l’ascesa del gruppo guidato sul campo dalla premiata ditta “P & P”, ovvero Pozzi & Piazza, ci sia soprattutto lui: Davide, faro ed elemento identificativo. Viceconti, infatti, trasmette un’efficacia prorompente, in ogni parola che pronuncia avverti vero entusiasmo, senti la passione che lo consuma, ne apprezzi serietà e profondità.
viceconti  cavaria  basket 2016 2017Allenare è un dono che ho ricevuto e – dice Viceconti -, poterlo fare qui a Cavaria, un luogo dove ho mosso moltissimi passi da giocatore e nel ricordo perenne del mio grande amico Valentino Schizzarotto (strepitoso talento cestistico strappato troppo presto alla vita, ndr), rappresenta un doppio regalo. Sono contento di poter stare in palestra coi miei giocatori e, al di là degli aspetti tecnici o tattici, mi gratifica essere considerato il loro collante. Per queste ragioni cerco prima di tutto di trasferire ai miei giocatori il senso dell’impegno e la voglia di spendersi sempre fino all’ultima goccia di sudore. Insomma, mi piacciono i giocatori che in palestra si fanno il “mazzo” perché, ben oltre le considerazioni tecniche o tattiche, la differenza la faranno sempre testa e cuore”.

Non a caso la tua squadra, nel variegato panorama della serie D, è considerata una della più tenaci e tignose…
“Questa osservazione mi fa molto piacere perché da un lato mi rappresenta al 100%, mentre dall’altro – sottolinea il tecnico di Cavaria -, sottende un concetto fondamentale: nel costruire le squadre valuto soprattutto il carattere del giocatori, la loro disponibilità ad allenarsi e sacrificarsi per il bene della squadra”.

La “costruzione” del 2017 sembra stia dando buoni frutti…
“Ottimi, se si considera che rispetto allo scorso anno il gruppo è cambiato per sette decimi e, di fatto, sto lavorando con una squadra praticamente nuova. Però, partendo da un linguaggio comune, che per noi è quello legato all’atteggiamento difensivo, abbiamo creato subito amalgama, coesione e un modo di stare in campo redditizio e, spesso, anche gradevole perché il buon lavoro svolto là dietro ci dà fiducia per sviluppare il contropiede e le nostre ormai proverbiali folate in campo aperto”.

Come valuti il cammino della tua squadra fin qui?
“Le considerazioni nel merito sono più che positive e il rendimento complessivo è stato all’altezza delle aspettative. Forse, detto da incontentabile, ci mancano almeno quattro punti sperperati in partite alla nostra portata, ma d’altro canto possiamo esibire un paio di “perle” di grande valore, vedi la prestigiosa vittoria conquistata contro la corazzata Busto Arsizio. Per una formazione come la nostra aver battuto la capolista è stato come portare a casa un Trofeo. Allo stesso modo rappresenta una vittoria entusiasmante il vedere la palestra di Cavaria sempre piena in occasione delle nostre partite. Essere entrati nei discorsi, nei pensieri e nella quotidianità della gente di Cavaria è davvero importante”.

Per quale traguardo siete in pista?
“L’obiettivo, dopo lo storico playoff conquistato la scorsa stagione, è quello di ripetersi provando a fare qualcosa di meglio anche sotto il profilo numerico. Nel 2016 conquistammo la post-season mettendo insieme un bilancio finale di 14 vinte a fronte di 12 perse. Con i numeri di quest’anno (9-5, il computo finora, ndr), l’idea di produrre qualcosa in più è realistica anche se la concorrenza è notevole e, come sempre, nel girone di ritorno tutte le squadre alzeranno il loro livello di agonismo e competitività”.

Quali i punti sui quali migliorare in vista del girone di ritorno?
“La mia squadra ha ben presente l’obiettivo da raggiungere: imparare a gestire meglio le rimonte degli avversari. Quando siamo in vantaggio non siamo ancora così bravi e cinici da “ammazzare” le partite e, anzi, spesso finiamo col subire la pressione altrui. Poi, a latere, coltivo la speranza di poter dare sempre più spazio ai giovani del gruppo: Pellegrini, Tonin, Rizzo, Colnago e compagnia si allenano molto bene, hanno sempre un atteggiamento positivo e si sono guadagnati il rispetto dello spogliatoio. L’obiettivo è coinvolgerli sempre di più e, in ottica playoff, renderli sempre più protagonisti”.

Massimo Turconi