Cinque cose che ci ha insegnato il recupero di Lecco e che potrebbero tornare utili da qui a fine stagione. Cominciando dalla supersfida di domenica alla capolista Monza (ore 14.30, stadio “Brianteo”). Quando, oltre ai tre punti, sarà in gioco anche il futuro del campionato biancoblu. Perché a meno 7 dalla vetta, non saranno ammessi passi falsi.

Te lo do io il turnover. Se fai il turnover, rischi. Se non lo fai, rischi altrettanto. Se non di più. Il destino di un allenatore è comunque ingrato. A 4 giorni dalla gara che vale una stagione e dovendo incontrare l’ultima della classe, Bonazzi (poche storie) non aveva alternative. Non l’avesse fatto, avrebbe poi dovuto giustificare (più alla società che a tifosi e stampa), l’utilità di una rosa a 25 giocatori. Detto questo, alcune scelte non hanno convinto. A partire dall’assortimento dei due interni (Santic e Colombo) e dall’evanescenza di Casiraghi. Ma anche Angioletti e Gherardi (più di altri) hanno deluso. Morale della favola? L’ha lasciata intendere lo stesso mister a fine gara: meno giocatori su cui fare affidamento, meno dubbi sull’undici iniziale.

Pulp Dido. Sono il Signor Disabato, risolvo problemi. Il rapporto di causa/effetto tra l’ingresso in campo dell’ex Pro Vercelli e il ribaltamento del match del “Rigamonti-Ceppi” (forse) è un po’ forzato. Ma anche l’ultima volta che era mancato (il 18 dicembre a Darfo), le cose avevano preso una brutta piega. Insostituibile? Assolutamente. A questa Pro Patria toglietele tutto, ma non Dido Disabato.

Tigri OGM. “Quando per 5/6 mesi fai passare certi principi di gioco, poi è difficile ragionare diversamente”. Su un campo come quello, contro un avversario così aggressivo e in una giornata di scarsa brillantezza, un po’ di palla lunga (e, possibilmente, pedalare) avrebbe fatto comodo. Come ha confessato Bonazzi a fine gara. Ma la Pro Patria ci ha messo un tempo a capirlo (complice anche l’evidente calo bluceleste). Avere una spiccata identità di gioco è una cosa. Peccare di elasticità, un’altra. Negli ultimi tre mesi i tigrotti erano stati maestri nel mutare geneticamente alle diverse situazioni di gioco. In questo senso, a Lecco è stato fatto un passo indietro.

Sardinia felix. L’ultimo sardo a siglare una doppietta con la maglia biancoblu? Si accettano dritte. Sempre che (prima di Marco Piras) l’impresa sia riuscita a qualche altro isolano. Mirto di Sardegna è passato dal ruolo di cambio tecnico/scaramantico attraverso quello di titolare per interposta anagrafe fino alla qualifica di indispensabile. Bel percorso, bel progresso, bella storia.     

Non so stare senza te. Capitolo tifosi. Averli o non averli non è la stessa cosa. Lo si è capito bene ieri quando un coro o un incoraggiamento avrebbero certamente sferzato la squadra nelle sabbie mobili del primo tempo. Il rischio non verrà però corso a Monza dove sono attesi non meno di 300 supporters bustocchi. Era dai playoff di Casale del 12 maggio 2013 che non si registrava un esodo così massiccio. Domenica al “Brianteo” la Pro Patria non sarà sola.

Giovanni Castiglioni