Nel weekend il contatto, lunedì l’ingaggio ufficiale, ieri il primo allenamento, oggi le sue prime parole da nuovo, si fa per dire, allenatore. Stefano Bettinelli è tornato alla guida del Varese e dopo tanti anni in biancorosso le emozioni sono sempre le stesse. “Mi chiamano sempre quando il mare è in tempesta – dice – e sono pronto a navigare”.

Contro le apparenze, il mister spiega che non è stata “una scelta facile.  Fatta in poco tempo, sì, ma ponderata per il mio vissuto e per quello che rappresenta. E’ destino che questo cordone ombelicale non si vuole spezzare. C’erano dei motivi per dire di no, ma hanno prevalso il cuore, la voglia di ricominciare e la voglia di rimettermi in gioco. Inoltre mi è stato presentato un progetto al quale credo”.

Proprio ieri mentre è arrivato al campo nel primo pomeriggio, ha incrociato l’esonerato Baiano. “Sono dispiaciuto di sostituire un amico – aggiunge -. Ha la mia stima; abbiamo condiviso un’annata straordinaria e nei suoi confronti ho grande rispetto. Purtroppo il calcio è legato ai risultati e anche il mio futuro lo è. Un allenatore è i risultati che porta in dote”.

L’obiettivo è solo uno: “Vincere il campionato; non mi è stato chiesto esplicitamente, ma io lo voglio. Qualunque altro risultato non sarebbe ottimale. Non sono presuntuoso, non è facile perché il gruppo di testa è agguerrito. Non lesinerò impegno e dedizione”.

Passando al gruppo a sua disposizione e alla disposizione tattica, Bettinelli spega: “Ho le mia preferenze, ma maturando ho imparato che non ci si può legare a niente. Il 4-4-2 è solo una filosofia, è la disposizione quando l’arbitro fischia, poi non esiste più. Dopo la trasferta di Terni non ho più seguito la squadra, ho seguito altre categorie, ma conosco gli uomini: Luoni, Gazo, Giovio, Lercara, chi è passato qui negli ultimi 12 anni, nel bene o nel male, ha avuto a che fare con me”.

Bettinelli ha tutto il tempo per preparare il prossimo match, la trasferta di domenica 26 marzo contro la Pro Sesto: “A volte non basta un anno a volte è sufficiente un giorno. La squadra sta bene fisicamente. Ieri ha seguito tutti i miei dettami, sono molto soddisfatto. I ragazzi sono già diventati la mia seconda famiglia. La cosa più bella di questi giorni è stata ricevere l’affetto della gente e dei miei ex ragazzi. Mi sono arrivati messaggi per me sconvolgenti. Il mio motto è che ‘Senza ali non si vola’ e un ragazzo mi ha scritto ‘falli volare'”.

In rosa c’era anche il portiere Bordin… “Penso che in una vera famiglia gli errori dei propri figli si debbano perdonare”.

Elisa Cascioli

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