Sono un po’ emozionato. Fra pochi minuti incontrerò Bebe Vio. Ho letto il suo libro, l’ho seguita alle paralimpiadi di Rio 2016, ho visto le sue interviste: so praticamente tutto quello che si potrebbe sapere su di lei. Sono pronto. Eccola, la vedo e mi avvicino con il sorriso migliore. Più volte ho provato ad immaginare come sarebbe stato incontrarla dal vivo: tutta un’altra cosa. Se pensavo di dover essere io a cercare di far sentire lei a suo agio, mi sbagliavo di grosso. Con Bebe è un attimo. Il suo sorriso grande così, i suoi occhi ricchi di energia ed allegria spazzano via in un istante ogni imbarazzo, ogni impedimento. Avrei un sacco di domande da farle, sulla sua esperienza di vita, sulle sue passioni, sulla vittoria alle paralimpiadi, sulla difficoltà nel superare quei 104 giorni di ospedale. Riesco solo a stringerle la mano e dirle: “Ciao… piacere mi chiamo Alessio”. Il tempo di una foto, o meglio un selfie per dirla con termini moderni, e via. Perché Bebe è super impegnata, è ormai una celebrità anche se lei stenta a definirsi tale. Ma un incontro con lei, sia pure di un minuto scarso, non può lasciarti indifferente. Quell’entusiasmo ti scalda il cuore, facendoti apprezzare un po’ di più la vita.

Con lo stesso entusiasmo martedì 28 marzo la campionessa paralimpica di scherma in carrozzina si è presentata al pubblico tradatese, che ha riempito fino all’orlo la Biblioteca Frera per assistere all’evento organizzato da The Boga Foundation. Per ascoltare la sua storia, farle qualche domanda e, perché no, strapparle un selfie.

AMORE A PRIMA VISTA – Filo conduttore di questa storia è la passione per la scherma, che Bebe coltiva fin dall’età di cinque anni. “Un vero colpo di fulmine – afferma Bebe –. Sono entrata per sbaglio in una palestra e ho visto questi zorri vestiti di bianco. Mi sono seduta a guardarli e ho anche provato a tirare di scherma. Che dire… mi sono innamorata all’istante di questo sport. E’ stato proprio amore a prima vista”.

LA MALATTIA – Tra i sogni di una bambina, innamorata dello sport, ed il suo futuro però ci si mette la sorte. All’età di undici anni, nel 2008, una meningite fulminante sconvolge totalmente la vita e i progetti di Bebe e la costringe a tre mesi di degenza ospedaliera. Un lungo calvario, durato 104 giorni, durante il quale i medici dovettero optare per l’amputazione delle gambe e degli avambracci per salvarle la vita. “Devo ringraziare la mia famiglia per essere stata sempre al mio fianco. Siamo un grande squadra e quando le cose vanno male ci diamo da fare per trovare una soluzione”. Bebe dunque ce l’ha fatta. Proprio non ne voleva sapere di darla vinta alla malattia. Ha vinto anche quella gara, forse la più importante della sua vita.

RICOMINCIARE DA CAPO – Così è iniziato il suo secondo tempo, un nuovo capitolo della sua vita. “Sono ripartita da zero. Ho rimparato a camminare, a correre, ad allacciarmi le scarpe. All’inizio si fa fatica, ma poi per forza di cose ce la fai”. Lo stesso vale per tutti i suoi sogni di bambina, che di certo non si sono lasciati intimorire dagli intoppi della vita. “A cinque anni ho iniziato a fare scherma, sognando le Olimpiadi. Ho fatto di tutto per poter raggiungere l’obiettivo che mi ero prefissata. Non conosco il termine impossibile”.

bebe vio fausto bogaNIENTE E’ IMPOSSIBILE – Quel sogno alla fine Bebe l’ha realizzato. Con l’oro di Rio 2016 nel fioretto individuale, festeggiato con un urlo a squarciagola dopo la stoccata decisiva, che a mamma Teresa ha ricordato i primi vagiti in sala parto. E ovviamente il bronzo nella gara a squadre con le sue compagne di squadra, a cui tiene moltissimo. Un’esplosione di gioia che ha segnato l’inizio di una nuova fase della sua vita. Bebe è oggi un esempio da seguire per molte persone: una vera fonte di ispirazione. Perciò i fratelli Boga di Tradate hanno scelto lei come ambasciatrice del loro progetto solidale “Guardare il mondo con gli occhi di Gandhi”. Messaggio di pace e non violenza portato nel mondo grazie agli originali occhiali del filosofo indiano, fino alla spedizione carioca dello scorso settembre. Rivelatasi un successo per la ventenne di Mogliano Veneto, entrata di diritto nel panorama dei grandi dello sport.

I SOGNI – In fin dei conti Bebe si ritiene una ragazza fortunata a cui hanno regalato un sogno, come dice la sua canzone preferita. Lei ce l’ha fatta. E non scambierebbe la propria vita con quella di nessun altro. “Tutti noi abbiamo dei sogni che non devono rimanere chiusi nel cassetto. Fate di tutto perché questi sogni si trasformino in obiettivi. Raggiungerli sarà la cosa più bella. Una volta raggiunto il vostro obiettivo, ponetevene un altro. Non bisogna mai smettere di sognare.

Con questo augurio si giunge ai saluti. È ora di congedarsi. Bebe sale in macchina diretta ad un nuovo evento in cui portare la propria allegria travolgente. Perché Bebe Vio è tutto questo: un vulcano di ottimismo e positività che ti investe con la sua energia. Incontrarla ti arricchisce. I tuoi problemi d’un tratto diventano insignificanti e ti rendi conto che le parole di Jovanotti, il suo cantante preferito, in fondo non erano così banali. “Tu sei pazzesca Bebe. Quando qualcuno ti conosce succede che vuole essere migliore”.

Alessio Colombo