“Ammetto di essere molto deluso. Non mi aspettavo una decisione così in quella situazione”. Questa è la prima, sincera reazione di Fabrizio Garbosi alla notizia del suo esonero dalla panchina della Abc Coelsanus Varese. Un allontanamento giunto dopo due gare combattute dai suoi e dopo la pausa natalizia dove, forse, l'ex coach roburino si aspettava tale decisione.

“Me l'aspettavo prima, quando abbiamo avuto dei problemi. Ora, invece, la squadra stava lavorando bene e la dimostrazione penso sia venuta dall'ultima gara con Prato dove sono tornati al successo”.

Rimane qualche rimpianto di questo anno?
“Ho il cuore pace. Ritengo di aver svolto il tipo di lavoro adatto per questa squadra. Mi auguro che i ragazzi possano tirar fuori quanto di buono hanno dentro. Forse è stato fatto qualche errore nelle scelte di mercato dove si è privilegiato l'aspetto umano, ma alla fine, forse, manca un po' di personalità a questo gruppo. Però, siamo anche stati sfortunati con l'infortunio a Matteucci a inizio stagione e, subito dopo, la perdita di un giocatore importante come Realini”.

Otto lunghi anni e mezzo passati in Robur. Qual è l'istantanea che ti sale subito alla mente?
“Senza dubbio la vittoria della Coppa Italia dell'anno scorso. Più ancora della Coppa vinta a Pesaro perché questa è stata da protagonista e sembravamo una squadra di categoria superiore. Peccato per gli infortuni nel finale di stagione. Un altro ottimo ricordo sono le cinque finali nazionali (tre con gli '88, due con i '92, ndr) e la soddisfazione di vedere i vari Rosignoli, Martinoni, Castelletta, Tourè, fare strada nel basket senior”.

E in società?
“Alberto Zambelli. Lo ritengo un grande amico che mi ha sostenuto e lo ringrazio. Ero reduce da un ictus, nessuno mi voleva e lui è stato l'unico a chiamarmi. Gliene sarò sempre grato”.

Cosa c'è nel tuo futuro?
“Per ora voglio girare la Lombardia e l'Italia per vedere gli allenamenti delle squadre di serie A per migliorarmi professionalmente e capire i miei errori. Poi, il resto sono solo ipotesi”.

In bocca al lupo, coach.

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