Peccato che anche lui sia parte del problema. Altrimenti la sua analisi sarebbe da sottoscrivere in pieno: “Dobbiamo svegliarci. Serve tempo ma noi non ne abbiamo. Forse c’è presunzione. Paura della rimonta del Pontisola? Adesso mi fa paura tutto…”. Bersaglio centrato. Poco da aggiungere. Purtroppo, però, l’autore dei testi non è esattamente un passante. Le parole in oggetto appartengono infatti a Roberto Bonazzi, parte in causa e quota non certo di minoranza di quell’associazione a perdere che è diventata la Pro Patria negli ultimi 70 giorni. Almeno in trasferta. Ieri con la Pergolettese, nona sconfitta stagionale, quinta nelle ultime 10 gare, terza nelle ultime 4 sfide lontano dallo “Speroni”. Numeri di un tracollo sportivo che ha trasformato una potenziale (o illusoria?) contendente della capolista Monza in una comparsa a rischio playoff. Ambizioni e budget a disposizione non possono giustificare un quinto posto. Persino banale sottolinearlo.

Ma tornando alla lettura bonazziana, ciò che balza agli occhi (o alle orecchie) è il proverbiale mare intercorrente tra il dire della sala stampa e il fare del campo. L’avevamo già sottolineato dopo Ciliverghe. E la cosa si è ripetuta anche con Pontisola, Dro, Grumellese e Fanfulla. Analisi pre partita lucida, circostanziata, quasi divinatoria. Esecuzione in gara di segno puntualmente opposto. Della serie, l’allenatore predica bene alla vigilia, la squadra (lui compreso, s’intende), razzola malissimo una volta arrivati al dunque. Parole al vento. Non una novità in questi ultimi anni alla Pro Patria. Ma quando è successo, la motivazione è sempre stata una ed una sola: lo spogliatoio non ascolta più la sua guida tecnica. E le prestazioni snob di queste ultime giornate, ne sono la prova inconfutabile. Ora sta ai vertici dirigenziali prendere provvedimenti. Ma il possibile ribaltone cui assisteremmo a fine campionato qualora si realizzasse lo scenario (a cui alludiamo da tempo), di nuovi ingressi in società, rischia di rendere il compito piuttosto complicato.

Intanto, la sconfitta di Crema ha sancito un ulteriore dato incontrovertibile. Al netto dell’effetto “Speroni”, la formazione biancoblu è una squadra di media classifica. Nulla di più. Se in casa, infatti, solo la Pergolettese ha fatto più punti (36 contro 34), fuori i tigrotti hanno accumulato tutto il margine rispetto a chi li precede in graduatoria. La squadra più alta in classifica battuta a domicilio è stata la Grumellese (decima). Con le altre prime 8, 5 sconfitte (Monza, Ciliverghe, Pergolettese, Pontisola e Darfo) e 3 pareggi (Virtus Bergamo, Seregno e Caravaggio). Alcuni degli ultimi (ad Alzano in particolare), per grazia ricevuta. Insomma, ai playoff servirà fare due volte in 8 giorni quello che non è riuscito in un’intera stagione. Più che un atto di fede, un autentico miracolo.

Giovanni Castiglioni