Il risveglio è stato brusco, ma non del tutto inaspettato. Difficile per la Openjobmetis giocarsi le sue carte sul campo di Reggio Emilia senza Eric Maynor. Eppure ci sono stati diversi aspetti positivi nella trasferta reggiana, primo fra tutti il fatto che la compagine biancorossa non ha mollato un centimetro e ha provato a riaprire la gara anche quando sembrava ormai compromessa. Segno che – per quanto ci sia voluto tanto, forse troppo tempo – Varese è oggi una squadra fatta e finita.

La salvezza è quasi in cassaforte anche per l’aritmetica (otto punti di vantaggio con quattro gare da disputare) e c’era la speranza di poter sognare più in grande in questo finale di stagione. La sconfitta a Reggio, su questo versante, non è stata del tutto catastrofica: hanno perso anche Brindisi e Torino. La vittoria di Pistoia su Capo d’Orlando, però, ha portato i toscani a +4. Considerando che, rispetto a Varese, gli scontri diretti (1-1 e +28) sono favorevoli alla compagine di coach Esposito, i playoff appaiono lontani.

Non è comunque una motivazione sufficiente a mollare, pur con la consapevolezza che anche solo un’altra sconfitta potrebbe significare fine del sogno. La prima avversaria di queste ultime quattro gare è Trento. Una squadra che merita tantissimo rispetto per il girone di ritorno condotto fino ad ora (nessuna squadra ha vinto più partite dalla 16^ giornata in poi), ma che arriva a Masnago pesantemente indebolita a causa degli infortuni di Baldi Rossi e Marble.

Un’occasione da non perdere, dunque, per rimanere a galla e poi sperare che Venezia – partente per le FinalFour di Tenerife pochi giorni dopo aver affrontato Varese – conceda qualche sconto settimana prossima. La fortuna quest’anno non è stata granché dalla parte dei biancorossi, ce ne rendiamo conto, ma perché non sperare che inizi a sorridere a Cavaliero e compagni proprio ora? Sognare non costa nulla.

Filippo Antonelli