Non sedeva al suo posto nel parterre dall’ultima partita del campionato scorso. Veramente seduta sta ben poco. Durante le partite consuma energie a volte maggiori di quanto capita a pseudo giocatori visti in passato. Anche suo marito non sedeva sulla panchina del PalaWhirlpool dall’ultima di campionato. Lui è Carlo Recalcati tornato a Varese alla guida di Montegranaro. Lei è sua moglie Giovanna che al contrario del marito ha potuto sedersi al solito posto, lo stesso da dove ha seguito in due diverse fasi le gesta della Pallacanestro Varese. Tanto coinvolta da parlarne in prima persona.
“Qui ho vinto lo scudetto della stella – risponde carica lady Recalcati – Qui ho gioito e mi sono arrabbiata un’ infinità di volte. In questo palazzetto torno sempre volentieri ed ogni volta provo una forte emozione”.
Pur distratto nel chiacchiericcio del pre gara, il pubblico varesino alla vista di suo marito ha generato un lungo applauso al quale si è aggiunto quello ancora più intenso riservatogli alla presentazione della squadra ospite.

“Ce lo aspettavamo ma non così intenso. Il pubblico e tanti amici in piedi ad applaudire Carlo per più di un minuto d’orologio. E’ stato davvero emozionante”.
La partita lo è stata molto meno. Forse è meglio dire che non c’è stata partita.

“Varese è forte. L’attuale Montegranaro non poteva pensare di metterla in difficoltà. E’ una squadra in cerca di una identità precisa. In pratica Carlo sta rivivendo la stessa situazione della sua seconda volta a Varese. Anche qui c’è un budget ridotto all’osso e anche qui hanno iniziato a percorrere la via del consorzio di gestione. Ad oggi le aziende che sostengono la società sono una ventina. Varese è avanti, i suoi consorziati sono quattro volte tanto ma è anche vero che la popolazione e l’economia di Montegranaro è un decimo di quella varesina. Come in ogni rinascita l’obiettivo primario non può che essere la salvezza per programmare con più tranquillità futuro e relative ambizioni”.
Nella conferenza stampa di fine gara Recalcati era molto arrabbiato con i suoi. Nel luogo dove si è tolto tante soddisfazioni e dopo un’accoglienza ricca di affetto, da avversario voleva fare una figura migliore.

“In effetti in settimana era più teso e nervoso del solito. Forse sapeva di dover recitare il ruolo della vittima sacrificale. L’organico si sta completando strada facendo. Il tempo c’è e sono convinta che cresceremo”.
A suo marito hanno chiesto una infinità di volte il segreto della sua longevità come allenatore. Ma come si resiste per tanti anni al fianco di un marito allenatore?

“Non è facile. Mi aiuta il fatto di essere una grande appassionata di pallacanestro. Ho una settimana intensa per le faccende di casa, i nipoti ed ora i su e giù da e per Montegranaro ma non vedo l’ora che arrivi la domenica per “giocare” la partita”.
Dove può arrivare la Cimberio?

“In alto sicuramente. Vedendo cosa stanno combinando Siena, Cantù e Milano nella corsa allo scudetto Varese può dire la sua. Vitucci sta facendo un gran lavoro. Anche lui è stato un assistente di Recalcati  e non solo da oggi sta dimostrando tutto il suo valore”.
In questo malandato basket italiano pensavamo di averle viste tutte e invece  capita di vedere Gianmarco Pozzecco collega di Carlo Recalcati…

“E vero! E successo anche questo. Al Poz vogliamo un gran bene. Dopo aver vinto la partita del suo esordio a Jesi, sulla panchina di Capo d’Orlando, ci ha telefonato. Siamo felici per lui e speriamo che continui così”.
Arrivederci ai play off.

“Per Montegranaro sarebbe come vincere lo scudetto! Più facile che venga a Varese per tifare la Cimberio. A proposito, guai a chi mi tocca Renzo Cimberio. Beata Varese che ce l’ha. Tenetevelo stretto. Una persona così si incontra raramente”.
Una persona o uno sponsor?

“Entrambe le cose ma prima viene sempre la persona”.

RB