Loris Damonte:  centrocampista in forza al Varese da due stagioni. Segni particolari? Tifosissimo della Sampdoria, squadra alla quale nello scorso campionato ha rifilato il gol valso i tre punti a Marassi per il Varese e la prima rete in Serie B per lui.
Nato il 5 agosto del 1990 a Savona, ha iniziato la sua carriera nelle giovanili del Genoa per poi passare all’Alessandria dove ha trascorso due stagioni e mezzo prima di approdare al Varese la scorsa stagione.
Loris, raccontaci del tuo arrivo in biancorosso…
“Mi ha scoperto Silvio Papini, non so se per lui sia un merito o un demerito però è la verità: se sono a Varese è per merito o per colpa sua. Scherzi a parte sono felicissimo di essere arrivato qui e di aver trovato spazio”.
Come ti trovi?
“Varese è una piazza ideale perché non ci sono pressioni e si lavora e si vive in perfetta tranquillità. Il Varese fa parte del mio percorso di crescita e spero di sfruttare questa occasione al meglio. Penso di starlo già facendo, ma non bisogna accontentarsi mai”.
Quindi sono anni di transizione, di passaggio…
“Sì perché il Varese è stato il trampolino di lancio di allenatori e calciatori. Secondo me è un’occasione da non perdere per nessuno. A Varese arrivano giocatori per iniziare una carriera o per rilanciarla. Spero di fare sempre meglio e di meritarmi sul campo tutto ciò che verrà. Sono abbastanza giovane e credo di avere ampi margini di miglioramento”.
Stai già dimostrando di migliorare gara dopo gara, la doppietta di testa contro il Grosseto ne è una testimonianza…
“In realtà le buone prestazioni personali dipendono dai meccanismi di tutta la squadra, che se funzionano sono un bene per tutti. Con il passare dei mesi, dopo un periodo di difficoltà, abbiamo trovato solidità difensiva e ci siamo assestati dopo tanto impegno. Oramai i meccanismi sono rodati e ci resta solo di perfezionarci. Siamo stati capaci di migliorarci tanti anche sui calci piazzati che sono una componente importantissima della partita dalla quale molte spesso dipende il risultato. Zecchin è un grande interprete dei calci da fermo e dobbiamo sempre essere pronti a sfruttare quelle occasioni”.
Il 5 è il tuo numero di maglia, una scelta precisa?
“Sì. Sia perché è la mia data di nascita, sia perché in passato mi ha portato fortuna”.
Torniamo indietro alla partita con il Grosseto: hai dedicato a qualcuno di particolare la tua doppietta?
“Sinceramente no, non ho una dedica però sicuramente il mio primo pensiero è andato alla mia famiglia e alla mia ragazza che mi sono sempre vicini e mi danno un sostegno fondamentale”.
Per le prossime partite cosa ti aspetti?
“Di sicuro non mi aspetto un gol, ma sono sempre pronto per sfruttare ogni minima occasione. Meglio non pensarci troppo però, solo così i gol verranno da sé”.
Per te è il secondo anno qui a Varese: descrivi il metodo Castori e quello Maran…
“Castori è un allenatore più alla vecchia maniera, nel senso che è molto attaccato ai valori morali del campo e punta molto sulla motivazione personale dei giocatori. È più sanguigno e meno metodico. Maran invece secondo me rispecchia il tecnico moderno che punta molto di più l’attenzione sugli aspetti tattici e tecnici. Insomma, due metodi molto diversi che stanno però portando gli stessi risultati”.
A livello di gioco con quale dei tuoi compagni di reparto ti trovi meglio?
“Corti, Filipe, Kone ed io siamo tutti e quattro compatibili perché ognuno di noi ha caratteristiche diverse rispetto all’altro e non siamo doppioni. Chiaro che tra tutti il solo Filipe è più regista che incontrista e con lui mi trovo particolarmente bene sia dentro che fuori dal campo”.
La squadra sta affrontando il tour de force prima della pausa con gare ravvicinate, è dura?
“Naturalmente tre partite nel giro di una settimana sono provanti per tutti sia dal punto di vista fisico sia mentale però stiamo attraversando un periodo positivo, la rosa è completa, tutti siamo sullo stesso livello e chiunque entra in campo è capace di non far rimpiangere gli assenti. Questa è da anni la vera forza del Varese”.
Cosa ti aspetti da questa stagione?
“Dobbiamo cavalcare l’onda, trovare la continuità nelle buone prestazioni. Guardiamo alla salvezza, ma la classifica al momento dice che possiamo puntare molto più in alto. Staremo a vedere: raccoglieremo e accetteremo ciò che verrà. Stare ai piani alti ci piace molto. Dal punto di vista personale mi aspetto di crescere ancora tanto, di giocare più partite possibili e di arrivare in alto”.
In alto dove?
“Non lo so, più in alto e basta”.
Come vedi il campionato?
“Verona e Sassuolo andranno in Serie A. Se riusciremo a centrare i play-off sicuramente cercheremo di dire anche la nostra”.

Elisa Cascioli