Il fatto che (con ogni probabilità), la Pro Patria ripartirà dalla conferma in panchina di Ivan Javorcic è da considerare una buona o una cattiva notizia? La domanda non ha nulla di malizioso (o di provocatorio). Vale semplicemente come argomento di discussione.
Intanto, la stretta attualità. Avvenuto l’incontro (e fatta la proposta), resta da attenderne l’esito. Lo spalatino ha qualche residua riserva (personale e tecnica), la società biancoblu meno (ma ha comunque un Piano B). Entro il weekend l’ufficializzazione. Salvo ripensamenti.

Ma torniamo al tema d’apertura. I 28 giorni allo “Speroni” dell’allenatore croato (17 aprile/14 maggio) sono stati un apprezzabile successo professionale. Di Javorcic hanno infatti convinto metodo, cultura del lavoro, tono negli atteggiamenti (anche davanti a microfoni e taccuini), profondo rispetto per la storia del club e buon senso nella continuità (e nella stabilità) delle scelte tecniche. Tutte caratteristiche ritenute di maggior spessore rispetto alla precedente gestione bonazziana.

Diverso invece il discorso riguardante la resa sul campo. Quattro partite, due successi (uno autorevole a Scanzorosciate, l’altro di prammatica con il Darfo), un pareggio (insipido) a Olginate e una sconfitta nei playoff con il Ciliverghe (l’unica gara che contava davvero). Bilancio positivo o negativo? Neutro. In linea con pregi e difetti di una squadra i cui limiti erano già chiarissimi ben prima del cambio in panca. Non certo una colpa per l’ex Brescia. Più banalmente, un dato di fatto.

Ora però, la scelta di confermarlo alla guida della formazione tigrotta indica le possibili linee guida della stagione che ci attende. Il suo curriculum fortemente caratterizzato dall’esperienza nel Settore Giovanile delle Rondinelle lascia immaginare che il DS Turotti lavorerà ad una rosa di maggiore prospettiva. Abbassando l’età media e riducendo il numero dei senatori. Sarà davvero così? Non è detto. Anche perché le ambizioni della proprietà sembrano essere le stesse (tradite) dell’ultimo campionato. Cioè, provare a vincere. Quindi, la profonda convinzione della dirigenza bustocca è che Javorcic possa essere l’uomo giusto per coniugare i due orizzonti. Anche questa volta, centrare (o meno) la valutazione sull’allenatore farà tutta la differenza.                                       

Giovanni Castiglioni