Un mese (quasi) esatto dalla delusione di Ciliverghe (14 maggio), poco più a separarci dalle speranze del raduno (20 luglio). La Pro Patria è a metà della sua pausa estiva. Una buona ragione per mettere il punto sul work in progress tigrotto.

Cosa non c’è più. Asmini, Scapini, Tribuzio. Cioè, in ordine alfabetico (e gerarchico), Direttore Generale, Responsabile e Segretario del Settore Giovanile. Tutti fuori dall’organigramma per motivi (e con modalità) diversi tra loro. In realtà, in queste settimane Asmini ha comunque fatto da sponda ad alcune scelte (su tutte, Beppe Scandroglio). Ma la sensazione di un nuovo settaggio a misura della Serie D è troppo lampante per far finta di nulla.

Tra gli scenari sfumati anche quello della trattativa con il binomio Simonini/Galli. Un’opportunità tramontata per le ragioni che sappiamo. Lasciando alla passione (e al portafoglio) di Patrizia Testa, onori ed oneri della gestione in solitaria. Con tutti i pro e tutti i contro che la circostanza comporta.

Cosa c’è. Un DS con i superpoteri (Sandro Turotti), un allenatore confermato dopo l’ultimo scorcio di stagione (Ivan Javorcic), un nuovo responsabile del Settore Giovanile (Beppe Scandroglio). Si riparte da qui. Con il fiume carsico della rivoluzione che ha spazzato via dopo una sola annata il progetto di rinascita. O (quantomeno), gran parte degli uomini a cui era stato affidato.

Nella testa di Turotti c’è ora un’idea di squadra rinnovata, con ambizioni intatte e un budget ridisegnato. In parole poverissime, spending review. Ovvero, chi arriverà (o vorrà rimanere) allo “Speroni” dovrà farlo sposando il progetto biancoblu. E non certo per il grano. Tanto più che l’ultimo campionato deludente non giustifica (umanamente e professionalmente) arrotondamenti economici per eccesso.

Impresa stimolante ma tutt’altro che semplice. Meglio dirlo prima. Onde sottolinearne i meriti nel caso in cui (ed è l’auspicio di tutti) le cose dovessero andare bene.

Cosa manca. Banalmente, la squadra. In via di messa a punto sulla base di alcune conferme praticamente certe (Disabato e Santana), di altre molto probabili (Monzani, Zaro e Pedone) e di una manciata di posizioni ancora da valutare (Ferraro, Colombo, Bortoluz, forse anche Arrigoni). Per il resto, il ribaltone dovrebbe essere completo con nel mirino (oltre alla batteria degli under tra cui certamente un altro portiere), un centrale difensivo di spessore, una mezzala di esperienza e qualità e una punta dalle polveri asciuttissime. In estrema sintesi, s’intende.

Ma a mancare all’appello c’è un altro elemento imprescindibile della vita di un club: i campi di allenamento. I lavori per l’allestimento dei nuovi sono fermi da tempo. La prima squadra tornerà comunque ad allenarsi in via Cà Bianca. Ma urgono soluzioni di breve e (soprattutto) di lungo termine. Da concertare con l’amministrazione comunale. Ne va del futuro della Pro Patria.                                                   

Giovanni Castiglioni