Come fare a giudicare quello che è successo ieri allo Speroni di Busto Arsizio quando, alla mezz’ora del primo tempo in una gara amichevole in un clima di festa come quello di inizio anno, un giocatore professionista del Milan, Prince Boateng, si ferma nel bel mezzo di un’azione, prende il pallone in mano e lo scaglia verso la curva occupata dalla tifoseria avversaria. Quanto insistenti e quanto offensivi, per lui e per isuoi compagni di colore, sono stati questi “buuu” per scatenare una reazione del genere? E’ facile ora fare la morale, oppure cercare di minimizzare dicendo “erano solo una piccola frangia”, “la maggior parte dello stadio si è dissociata subito” oppure, come hanno dichiarato i giocatori bustocchi “non erano i soliti tifosi che vegono allo Speroni a sostenerci”.
La realtà è che è successo e che il Milan, abbandonando il campo, ha dato un segnale forte all’intero sistema calcio e a tutta quella frangia di tifosi che troppo spesso sono convinti di farla da padroni negli stadi.
In tutto questo si è scatenato un evento mediatico che ieri ha avuto risalto in tutti i telegiornali serali e che nella giornata di oggi occupa la gran parte delle prime pagine dei quotidiani: il classico “The Day After”.
Che almeno questa volta si riesca a fare qualcosa di concreto; servono meno parole e più fatti concreti.

Michele Marocco