La Openjobmetis è tornata a Masnago dopo la settimana passata in ritiro a Chiavenna. C’è l’occasione, dunque, di conoscere meglio i componenti del roster che si allenano al PALA2A e che verranno gradualmente presentati alla stampa. Il primo a presentarsi ai microfoni, nella cornice dello Store della Pallacanestro Varese, è stato Matteo Tambone:

«La Pallacanestro Varese è una squadra che ha vinto tanto e che ha avuto tanti grandissimi giocatori, per cui sono onorato di essere qui. Nella settimana di ritiro – ha raccontato il 23enne – le impressioni sono state positive: abbiamo lavorato sul gioco di squadra e sul sistema di gioco. Saremo una squadra unita che lotta sui palloni vaganti e che cerca sempre l’uomo libero».

«Per me arrivare in A è stato come un lungo progetto: avevo già offerte l’anno scorso, ma non mi sentivo pronto. Volevo fare un anno da titolare in A2. Sono partito quattro anni fa – ha spiegato Tambone – dall’A Silver, poi ho fatto tre anni di A2 di cui uno da titolare. L’anno scorso siamo usciti in semifinale Playoff contro la Virtus. Adesso mi sento pronto al salto di categoria, anche se so che non sarà facile».

A seguire Tambone ci sarà anche Massimo Bulleri, alla prima esperienza come vice allenatore: «Mi dà degli ottimi consigli sul mio ruolo e cerco di sfruttarli al meglio. È il massimo stare vicino ad uno come lui, cerco di captare ogni suggerimento. Da lui posso solo imparare e mi sento di dire che ho già iniziato a farlo durante il ritiro».

«Coach Caja? Lo avevo conosciuto – ha risposto il playmaker – in nazionale sperimentale. Mi trovo molto bene con lui come sistema di gioco e come rapporto personale. È un allenatore che ti fa dare il massimo in campo, anche in allenamento. Certo, il lavoro con lui è duro, ma sono molto contento di poter giocare per lui e non vedo l’ora di iniziare la stagione».

L’attuale capitano della Openjobmetis, Giancarlo Ferrero, è arrivato – come Tambone – dall’A2 e si è conquistato un posto in squadra: «Giancarlo mi ha detto che per giocare bisogna far vedere al coach che dai il massimo ogni giorno e che ti butti su ogni pallone. Per me lui, anche per il percorso che ha effettuato, è un punto di riferimento. Lo conobbi a Ravenna quando si allenò lì per qualche tempo e c’è un bel rapporto tra di noi».

Per completare con successo il salto di categoria, Tambone dovrà abituarsi il prima possibile ai cambiamenti che questo gradino comporta: «Fisicamente penso di poter difendere – ha spiegato il nativo di Graz – sia sui playmaker sia sulle guardie, per cui temo di più l’impatto tecnico. In A1, rispetto all’A2, aumenta il livello e la velocità della palla, mi devo adeguare».

Il nuovo acquisto della Openjobmetis ha poi proseguito con qualche curiosità personale: «Gioco con il numero 15 perché era quello che usava mio padre. Tra l’altro lui lo aveva scelto in onore di Manuel Raga, per cui poter vestire questa maglia qui ha un significato particolare. Con me qui a Varese c’è fissa la mia ragazza e io quest’anno cercherò di riprendere gli studi in Scienze Motorie».

Un’ultima battuta Matteo Tambone l’ha poi riservata al pubblico che assisterà alle sue partite casalinghe: «I nostri tifosi sono molto carichi per l’inizio di stagione, lo hanno già dimostrato durante la presentazione e all’amichevole con Massagno. Ho già percepito da parte loro un grandissimo attaccamento a questa maglia».

Filippo Antonelli