Dopo il rientro della squadra a Masnago, è tempo dei primi allenamenti casalinghi e delle presentazioni ufficiali. Ieri è stato il turno di Matteo Tambone, oggi ai microfoni si è presentato Tyler Cain. Il centro 29enne, reduce da tre stagioni in Francia, ha già conosciuto l’Italia quattro anni fa, quando fu uno dei due stranieri di Forlì in Legadue.

Il nuovo lungo biancorosso è partito da un’analisi del momento attuale: «Sono molto contento di essere qui. Durante il ritiro precampionato abbiamo passato un buon periodo sotto tutti i fronti e adesso continuiamo ad allenarci qui a Varese: dobbiamo ancora fare dei passi per costruire definitivamente la squadra e il gruppo. Finora sta funzionando tutto al meglio».

L’asse play-pivot è uno dei temi più dibattuti nel basket ed è interessante, quindi, rilevare le prime impressioni di Cain su Cameron Wells: «Mi è sembrato un giocatore veramente organizzato: sa dirigere l’attacco e sa far stare ogni membro della squadra nel posto giusto. Fino ad ora mi ha fatto un’ottima impressione: il coach si aspetta che lui sia un leader e che sappia anche crearsi qualche tiro per sé. Penso abbia le caratteristiche giuste».

Alle spalle di Cain proseguirà il processo di crescita di Norvel Pelle, che già l’anno scorso – al debutto nel campionato italiano – aveva saputo a tratti impressionare: «Mi ha stupito per le sue doti atletiche: è un grande saltatore e uno stoppatore straordinario. Ammetto che mi piace vederlo giocare e anche giocare assieme a lui».

Quali giocatori hanno ispirato Cain nel suo percorso verso il basket professionistico? «Fisicamente sono sempre stato abbastanza grande, per cui crescendo mi sono principalmente concentrato – ha risposto il centro – sui lunghi: guardavo spesso Chris Webber nel suo periodo ai Kings per vedere come giocava, poi citerei Shaq e Charles Barkley, che ammiravo per il duro lavoro e le giocate di energia. I giocatori che preferisco hanno queste caratteristiche».

Cain ha già giocato in Italia, anche se non in Serie A: «L’esperienza a Forlì mi ha aiutato ad essere un giocatore migliore e mi ha aperto le porte della Francia: il campionato transalpino è più fisico rispetto all’A2 italiana, per cui ho lavorato molto sulla mia forza e penso di essere diventato rispetto a quattro anni fa più incisivo nel gioco interno e più efficace in difesa. Ogni stagione europea mi ha aiutato a comprendere meglio il gioco».

Parlando degli obiettivi della Pallacanestro Varese, Cain non sembra volersi accontentare della lotta per non retrocedere: «Noi ci alleniamo per fare il meglio che possiamo: è per questo che siamo qui e che lavoriamo ogni giorno. L’obiettivo di tutti i giocatori dev’essere quello di arrivare nelle prime otto, per cui speriamo di poter fare meglio del nono posto».

In chiusura, l’ex giocatore dello Chalons-Reims ha risposto ad alcune curiosità personali: «Fuori dal campo sono una persona semplice: cerco di stare con la mia famiglia più che posso e ogni tanto mi concedo film e videogiochi. Il mio numero di maglia? Nella mia carriera ho avuto il 4, il 5 e l’8, ma erano già presi. Per cui ho scelto il 16 perché mio figlio è nato quel giorno».

Filippo Antonelli