Una serata gustosa ed interessante, caratterizzata dalla presenza di autentiche eminenze dello sport varesino, ha aperto la 39esima edizione del Palio di Masnago. Il tema dell’evento inaugurale di quest’anno, che si è tenuto ieri sera presso il salone della cripta della chiesa di Masnago, era legato al rapporto tra vecchie glorie e nuovi astri all’interno del panorama sportivo della Città Giardino.

A fare gli onori di casa ci ha pensato Anna Maria Broggini, coordinatrice dell’evento: “Il Palio ha una grandissima valenza all’interno della comunità di Masnago e siamo felici di essere qui anche quest’anno. Questa serata è dedicata ai giovani perché lo sport è fondamentale nell’educazione e nella crescita dei ragazzi: speriamo di poter riportare Varese ai livelli a cui è stata in passato”.

Incaricato di moderare la conversazione è stato il giornalista Claudio Piovanelli, che ha proposto alcuni spunti di conversazione agli ospiti presenti. In apertura si è parlato di cosa sarebbe stato dello sport varesino se non ci fosse stato Giovanni Borghi e ha risposto Aldo Ossola, che fu playmaker di quell’Ignis che vinse tutto:

“Borghi a Varese ha iniziato col ciclismo, poi ha proseguito col pugilato e infine ha preso in mano la pallacanestro. Lui aveva bisogno di far conoscere il suo marchio e aveva trovato con lo sport il metodo migliore: abbiamo giocato partite in tutto il mondo. È stato il fondatore del successo dello sport a Varese”.

Poi Piovanelli è passato ad analizzare la situazione odierna dei diversi sport rappresentati nella serata di ieri, a partire dal basket. Attilio Caja ha spiegato cosa significa per lui allenare a Varese: È un’opportunità di prestigio per la storia di questa società e perché c’è una competenza del pubblico che si può riscontrare solo in altri due o tre palazzetti in Italia. Però la passione è positiva, non si va al palazzetto solo per criticare gli errori e non si fanno paragoni con il passato”.

Gli ha fatto eco il capitano biancorosso, Giancarlo Ferrero: “Percepisco il mio ruolo come una grande responsabilità. La tifoseria è particolare: può capitare di perdere una serie di partite, ma poi basta una vittoria – anche in momenti difficili – per riportare l’entusiasmo. Ci è capitato anche di uscire sconfitti tra gli applausi perché i nostri tifosi avevano capito il nostro impegno e l’applicazione”.

Dal calcio al basket il passaggio è stato d’obbligo e anche nel caso del Varese Calcio a rappresentare la società erano presenti allenatore e capitano. Michele Ferri ha posto l’accento sull’importanza del pubblico del Franco Ossola: “A poche squadre in Serie D capita di avere un tifo del genere. L’impatto con Varese è stato ottimo e positivo. Quando l’anno scorso ricevetti la chiamata, accettai senza neanche pensarci”.

Mister Salvatore Iacolino, che tanto ha vinto in carriera a questi livelli, è stato chiamato proprio per riportare il Varese in alto: È un orgoglio per me perché su questa prestigiosa panchina si sono seduti allenatori come Liedholm e Radice. Io ho vinto tanto in Serie D, ma qui sento una voglia particolare perché è una piazza importante. Il Varese meriterebbe di stare in B. Non posso fare promesse, ma ce la metteremo tutta”.

Uno sport che se la passa sicuramente bene è il canottaggio, come ha testimoniato l’atleta olimpico Pierpaolo Frattini: “I grandi eventi organizzati qui hanno fatto da cassa di risonanza per il movimento. Abbiamo uno dei laghi più belli del mondo per remare e vengono da tutto il mondo: in questo periodo abbiamo la nazionale britannica che sta preparando i Mondiali. Siamo la provincia italiana con più società e più tesserati in Italia: ci sono 15 società con la Canottieri Varese come punto di riferimento”.

Diverso il discorso per ciclismo e ippica, rappresentate dall’ex ciclista Gabriele Colombo e dal giornalista Ettore Pagani. Colombo ha spiegato i motivi per cui a suo avviso gli iscritti sono diminuiti: “Oggi si fa fatica perché andare in strada è ritenuto pericoloso e questo porta le mamme a non iscrivere i bambini. Abbiamo vissuto un periodo d’oro qualche anno fa, con tanti atleti della provincia che correvano come professionisti. Ora le cifre sono al ribasso”.

Il problema dell’ippica, invece, non è unicamente una questione varesina: “Non c’è niente di ipotizzabile ad oggi perché la situazione – ha spiegato Pagani – è disastrata. Non arriva più una lira dal ministero da ottobre e mancano ancora tutti i premi della scorsa stagione. È solo la passione dei proprietari dei cavalli che manda avanti il carrozzone. Alcuni ippodromi in Italia hanno chiuso, ma per ora Varese riapre ogni anno. Io ormai lo chiamo San Bettole perché è un miracolo che apra ancora”.

Chi si occupa di ciclismo sul territorio del Varesotto è Pier Gino, presente alla serata in rappresentanza della Società Ciclistica Alfredo Binda, che organizza ogni anno la Tre Valli: “Sarà presentata martedì in Regione: avremo tante squadre del World Tour e buonissimi partenti, tra cui Nibali. Abbiamo creato nel centro-nord dell’Italia una serie di date che accompagnano al Lombardia, così le squadre vengono in Italia e corrono tutte queste gare in serie. È il motivo per cui ci siamo spostati a fine settembre/inizio ottobre”.

Il tema della serata era “sport varesino tra vecchie glorie e nuovi astri”. Non poteva mancare, perciò, la testimonianza di chi sta provando a costruire la sua storia personale e sportiva. È il caso di Eleonora Alberti, velocista e campionessa italiana under 18 nei 60m piani:

“Fare sport per me è irrinunciabile. Quest’anno ho partecipato agli Europei Juniores nonostante sia ancora tra gli Allievi: è una cosa che mi ha motivato ancora di più e se verranno altre convocazioni ben venga. L’unico cruccio riguardante l’atletica a Varese è la pista di Calcinate, una questione che ci amareggia: ormai ha le buche. Aspettiamo di vedere se la costruzione del nuovo impianto arriverà o no”.

I temi di riflessione e gli spunti interessanti, dunque, non sono mancati. Si potrebbe dire che – rispetto ai fasti del passato – lo sport a Varese non goda di ottima salute, ma la passione dei varesini è in grado di fare la differenza ancora oggi e i nuovi astri che già ci sono o che verranno si troveranno con il compito di riportare il nome di Varese in alto.

Filippo Antonelli