Umiltà e determinazione, sono queste le chiavi evidenziate da Nicola Natali per la sua prima stagione in Serie A. Il giocatore, che è approdato a Varese in estate da Casale Monferrato, è stato il quarto nuovo acquisto a presentarsi alla stampa dopo Tambone, Cain e Waller:

«Le sensazioni sono positive, sono emozionato di essere qui. La prima volta che sono entrato al Palazzetto – ha raccontato l’ala – ho avuto i brividi perché c’erano tantissimi tifosi nonostante fosse il 18 di agosto. Siamo una squadra nuova, per cui l’obiettivo è fare gruppo in campo e fuori e in questo il ritiro di Chiavenna ci ha aiutato perché abbiamo vissuto assieme 24 ore su 24».

Natali è già stato protagonista in maglia biancorossa: nell’amichevole di Cremona ha segnato tre triple fondamentali nel secondo tempo: «È stata una bella sfida, anche perché dall’altra parte c’era una squadra di A1. Per me aver avuto la possibilità di scendere in campo è stato molto bello. Ci sono ancora molte cose da fare però, la strada è lunga: dobbiamo continuare a costruire il nostro gioco».

Il nuovo numero 8 varesino ha una lunga esperienza nel campionato cadetto, ma è all’esordio in A1. Ha aspettato il momento giusto per cogliere questa occasione: «Voglio dimostrare a me stesso e all’ambiente di poter reggere il campo: spero di poter dare una mano in difesa e con l’energia. In passato avrei già potuto provare, ma non me l’ero mai sentita: avevo trovato una mia dimensione ed ero soddisfatto».

«Poi – ha proseguito il giocatore toscano – è arrivata la chiamata di Varese ed è cambiata la mia visione: a volermi era un allenatore che mi conosce da molti anni e che mi ha allenato nella sperimentale. Anche il general manager Claudio Coldebella mi conosce da tempo. Poi Varese è particolare: non si può rifiutare una storia come questa. Non ho avuto dubbi».

L’ex biancorosso Niccolò Martinoni, da anni a Casale Monferrato, ha parlato benissimo di Natali come difensore e come compagno di squadra: «Ho ovviamente parlato anche con lui prima di accettare, io e lui – ha spiegato Natali – siamo molto amici. Credo che saper fare gruppo possa fare la differenza, per cui cerco di dare sempre un contributo anche fuori dal campo».

«Sul campo invece sono un difensore che può dare un aiuto nel gioco di squadra e nella circolazione di palla. Sono un giocatore di energia. Non nasco come – ha continuato il numero 8 – un tiratore naturale, ci sono arrivato dopo attraverso costruzione, insegnamenti e allenamenti alla mattina prima di andare a scuola. Negli ultimi anni ho avuto buone percentuali, per cui l’ho inserito tra le mie caratteristiche».

Nicola è figlio di Gino Natali, che ha giocato in Serie A ed è stato dirigente in diverse squadre del massimo livello, come Milano e Roma: «Da mio papà ho preso soprattutto la mentalità: mi ha trasmesso fino da quando ero piccolo il sacrificio e la voglia di lavorare duramente per raggiungere obiettivi e realizzare sogni. Non ho mai avuto la fortuna di vederlo giocare, ma so dai racconti che era molto estroso, aveva più fantasia di me».

«Mi piace dire – ha raccontato il 29enne – che andavo al Palazzetto già in pancia di mia mamma, quando mio papà era dirigente. La mia passione per la pallacanestro è nata insieme a me, non c’è stato un momento in particolare in cui ho deciso che quella sarebbe stata la mia strada. Ci ho sempre sperato e ho avuto la fortuna di aver realizzato questo sogno assieme a tutta la mia famiglia».

In conclusione, a Natali è stato chiesto quali avversari lo hanno saputo impressionare di più in A2 e quali non vede l’ora di affrontare: «Vidi David Moss quando giocava a Jesi: si capiva che a livello fisico e per impatto era di un’altra categoria. Poi Michael Umeh, che ha grande talento offensivo: ci ha eliminati dai Playoff quando ero a Casale e lo ritroveremo quando affronteremo la Virtus».

«Chi vorrei affrontare in A1? Nessuno in particolare e vi spiego perché: semplicemente – ha concluso Natali – non vedo l’ora di giocare contro qualsiasi giocatore di Venezia che eventualmente avrò la possibilità di marcare. Rappresenterebbe tante cose: un esordio in Serie A, a casa nostra e in un Palazzetto che mi dicono sia da brividi quando è pieno, contro i campioni d’Italia… questa è la cosa che desidero di più».

Filippo Antonelli